giovedì 6 luglio 2023
La popolare band stasera a San Siro dopo 7 anni dallo scioglimento inaugura un tour di 20 date. "Siamo davvero amici per sempre: un segnale importante alle famiglie". Sul palco il Grande Coro Hope
I Pooh riuniti: da sinistra Dodi Battaglia, Red Canzian, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli

I Pooh riuniti: da sinistra Dodi Battaglia, Red Canzian, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli

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La musica davvero non si ferma per i Pooh che stasera tornano a suonare insieme a San Siro dopo 7 anni dal loro scioglimento davanti a oltre 50mila spettatori. Lo dimostra un concerto che definire grandioso è poco: 56 brani per oltre tre ore di musica, il concerto più lungo della loro carriera che verrà replicato il 15 luglio allo Stadio Olimpico di Roma prima di riprendere il tour il 16 settembre da Taormina, passando per l’Arena di Verona e a ottobre nei palasport per un totale di 15 date in Italia e 5 fra Stati Uniti e Canada organizzate da Friends and Partners. Gli ultrasettantenni sprint Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e l’amico ritrovato Riccardo Fogli (e pure il compianto Stefano D’Orazio cui renderanno omaggio sul palco, sostituito alla batteria da Phil Mer) verranno accompagnati da Il Volo ospiti a Milano e Roma: in mezzo tutta la storia della canzone italiana dagli anni 60 ad oggi, una carrellata impressionante di successi (riunita nella raccolta Amicixsempre 2023, Warner Music) che hanno totalizzato 100 milioni di dischi venduti.

Un concerto pensato in grande, come hanno spiegato i Pooh incontrando la stampa nel pomeriggio al Meazza, che raggiunge momenti di alto lirismo nelle suite progressive come Il tempo, una donna, la città e come la spettacolare Parsifal intonata dai magnifici quattro accompagnati dai quartetti d’archi Alter Echo String Quartet e GnuQuartet e da 50 elementi del Grande Coro Hope, realtà giovanile nata nel 2010, in occasione della visita di Papa Benedetto XVI a Torino. Un coro nato grazie all’associazione Hope – l’iniziativa del Servizio nazionale per la Pastorale giovanile – e l’Ufficio per la Pastorale dei giovani e dei ragazzi dell’arcidiocesi di Torino che raccoglie 120 elementi provenienti dai cori parrocchiali. I concerti di Milano e Roma avranno anche una finalità benefica: i Pooh appoggiano la raccolta fondi di Rock No War per recuperare la Scuola Materna Paritaria “Madonna della fiducia” di Fornace Zarattini (Ravenna) distrutta dall’alluvione in Romagna e il 4 settembre, primo giorno di scuola, saranno presenti all’inaugurazione.

Ma come mai i Pooh anno deciso di riunirsi dopo l’addio del 2016? «Ho imparato che nella vita è meglio non escludere mai niente, tutto può accadere in un attimo – spiega Roby Facchinetti -. Ci siamo capitati, non era nostra intenzione. Sette anni fa quando scattammo l’ultima fotografia eravamo convintissimi di questo. Poi hanno deciso di fare un film sulla nostra vita prodotto dalla Rai che ci chiese di presentarlo all’ultimo Sanremo. Amadeus disse: se i Pooh vengono sul palco devono suonare. A Sanremo è successo di tutto e così si sono messi a mezzo i nostri figli che hanno insistito per rimetterci insieme». Di lì la decisione di un evento unico a San Siro, «ma quando partirono le prevendite in un giorno vennero venduti oltre 30mila biglietti. Li ci siamo accorti… non pensavamo che il nostro pubblico avesse nei nostri confronti un amore così incredibile» aggiunge Facchinetti. Quindi si sono aggiunte le date di Roma e poi tutte le altre: «Siccome dovevamo pensare a un concerto all’altezza, che costa centinaia di migliaia di euro, i costi dovevano essere recuperati – aggiunge Roby –. Nello stesso tempo è successa una cosa bellissima, ci siamo ritrovati in famiglia, con uno spirito diverso, il tempo ha sicuramente lavorato anche per noi. Ci ha fatto capire cosa abbiamo combinato in 50 anni e che eravamo sempre noi. La sensazione bellissima è di avere ritrovato la famiglia più importante della nostra vita».

Gli altri concordano, ricordando, come aggiunge Red Canzian «che tutti questi concerti sono dedicati ai nostri poeti Valerio Negrini e Stefano D’Orazio». Sorride Riccardo Fogli che insieme agli amici ha ritrovato una seconda giovinezza: «Sono grato ai Pooh, siamo cresciuti insieme, anche quando io non c’ero, loro erano la mia famiglia. Sono felice, onorato ed emozionato». «Se ci fossero dubbi sulla nostra fratellanza, che non è stata messa mai messa in discussione, ci tengo a sottolineare come il fatto che siamo sul palco questa sera sia un segnale di grande intelligenza e sensibilità che portano a fare cose belle – sgombera il campo Dodi Battaglia -. Questa è una cosa bella per noi, per le nostre famiglie, per chi ci segue, per chi si aspetta da noi un segnale per cui nelle famiglie e nelle società si può essere veramente amici per sempre: è il più bel segnale che possiamo dare ai nostri figli e al prossimo. Questo periodo di lontananza ci ha portato anche a riflettere che, bene o male, i Pooh singolarmente valgono il dieci per cento, insieme sono il cento per cento».

Ci sarà un dopo a questi concerti? Red Canzian assicura che «in questo momento non pensiamo a una progettualità, ma solo ai nostri 20 concerti. Lo spirito è quello della gioia di ritrovarci insieme. Ci siamo ritrovati dopo che ci eravamo un po’ persi. I nostri figli hanno contribuito». Ben conclude Dodi Battaglia: «I Pooh, sono come la 500: siamo popolarissimi, esistiamo da quegli anni li, ci siamo rinnovati e siamo l’emblema dell’Italia».

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