domenica 3 giugno 2018
La fiction della Bbc ispirata a Chesterton è stata venduta in ben 150 Paesi. Mentre l’8 giugno arriva in Italia la sesta stagione, nel Gloucestershire si sta già girando la settima
I protagonisti dela serie tv inglese "Padre Brown", ispirata ai racconti di G.K. Chesterton

I protagonisti dela serie tv inglese "Padre Brown", ispirata ai racconti di G.K. Chesterton

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È festa grande nella chiesa di St. Mary. Padre Brown sull’altare abbigliato coi paramenti sacri sorride ai suoi parrocchiani. «Stop, brilliant» grida il regista Dominic Keavey, mentre le signore dai fioriti cappellini tinta cipria si rilassano e una decina di tecnici spostano microfoni, pannelli e telecamere. Siamo sul set della settima stagione di Padre Brown, ambientata fra i deliziosi tradizionali villaggi del Costwalds, nel Gloucestershire. La serie di successo prodotta dalla Bbc è la più seguita della tv inglese nel day time ed è venduta in 150 Paesi compresa l’Italia, oltre a Cina, Turchia e Australia.

Da noi la serie inglese ispirata ai racconti di Gilbert Keith Chesterton, e ideata da Rachel Flowerday e Tahsin Guner, dal 2017 va in onda in esclusiva su Paramount Channel, canale gratuito del digitale terrestre di Viacom Italia (al numero 27 del dtt e di Tivù Sat), che ha acquistato tutte le 70 puntate di una fiction diventata uno dei prodotti di punta della rete dove ha raggiunto picchi d’ascolto dell’1,9% di share.

La sesta serie partirà l’8 giugno in prima serata e in prima assoluta tv, e ne verranno trasmessi due episodi ogni venerdì per quattro settimane. Seguiremo così le nuove avventure del parroco della chiesa cattolica di Kembleford, piccolo paesino di fantasia nella tranquilla campagna inglese, un sacerdote comprensivo e ironico, appassionato di enigmistica e gialli e dotato di un brillante intuito affinato in anni di confessionale.

Intorno a lui si muovono la fedele segretaria Mrs. McCarthy, abilissima cuoca e sempre al corrente dei pettegolezzi del Paese, l’ex truffatore Sid Carter ora amico di padre Brown, la giovane governante polacca Susie Jasinski, un bonario e gentile poliziotto, il sergente Goodfellow, e lo zelante e saccente ispettore Mallory che spesso si scontra con il sacerdote che lo batte regolarmente nella soluzione dei casi di omicidio più misteriosi. Nella sesta stagione torna l’affascinante Lady Felicia Montague, nobildonna amica di padre Brown, ma anche una sua acerrima nemica appena scarcerata, Katherine Corver.

Rispetto ai cinquanta Racconti di padre Brown di Chesterton, scritti a partire dal 1911, l’azione è qui spostata negli anni ’50. Una scelta, ci dice il capo delle fiction del day time della Bbc Will Trotter, dettata da una maggiore facilità di ricostruzione per una serie che può contare su un basso budget rispetto alle costose serie da prima serata. Ma anche per quell’effetto nostalgia che sanno suscitare gli anni del secondo dopoguerra, epoca felice nei ricordi dei nostri genitori e nonni, per un mondo (e una Gran Bretagna) che non c’è più. La vera chiave di volta, però, resta la figura del sacerdote cattolico che, come conferma anche il regista Keavey, «porta la profondità della sua prospettiva nelle indagini».

«È vero, le storie sono tutte nuove rispetto a quelle di Chesterton, ci sono personaggi diversi e il nostro padre Brown è più “umano”, nel senso che ha anche furbizie e difetti, ma il cuore resta lo stesso – aggiunge Trotter –. I punti chiave sono i segreti del confessionale e la fiducia che c’è fra padre Brown e gli assassini: lui li vuole redimere. Non dimentichiamo che a quei tempi in Inghilterra vigeva ancora la pena di morte».

Mentre indimenticabile rimane il padre Brown della Rai anni ’70 grazie alla minuta figura di Renato Rascel (più aderente alla descrizione che ne fa Chesterton), il protagonista inglese è il corpulento Mark Williams, 58 anni, compagno di università di Hugh Grant a Oxford, solido attore di teatro e caratterista del cinema anglosassone, noto per il ruolo del padre del rosso Ron nella saga di Harry Potter. «Il successo di padre Brown? Veramente non me lo aspettavo. Si tratta di un’alchimia» ci racconta Mark, in una pausa fra un ciak e l’altro, mentre da lontano viene immortalato dagli scatti furtivi di alcuni turisti, fra i tanti che vengono a visitare “la chiesa di padre Brown” lasciando pure qualche offerta.

Mark Williams è un omone simpatico che cerca di rispondere in italiano, seduto ai bordi del prato disseminato di antiche tombe che circonda la bella chiesa anglicana dei Santi Pietro e Paolo, edificio tardo normanno eretto nel 1180 nel paesino di Blockley, fra le cui graziose casette in pietra gialla locale è girata la maggior parte delle puntate. Per trasformarla nella chiesa cattolica di St.Mary sono stati aggiunti un confessionale, le statue della Vergine e del Sacro Cuore e le stazioni della Via Crucis, «solo 12 perché il fornitore non le aveva tutte e 14, ma tanto bastano per le inquadrature» ci confessa sottovoce il direttore artistico. L’idilliaca campagna inglese è un altro dei motivi del gradimento di una serie che mantiene un tono garbato e ironico. Siamo nel Costwalds, due ore di macchina a nord di Londra, un piccolo paradiso diventato set per molti film, da Harry Potter a Star Wars alla serie tv Poldark, grazie ai suoi prati, alle colline, ai fitti boschi e agli antichi villaggi in pietra.

Ma la chiave resta, in definitiva, la figura di padre Brown, «un uomo che non giudica, che ha affinato la sua conoscenza dell’animo umano nel confessionale – prosegue il protagonista –. Il segreto sta anche nelle storie, ben scritte e coinvolgenti. Padre Brown è un uomo che prima di risolvere i casi vuole salvare le anime». Del Padre Brown italiano Mark ha sentito parlare, di Don Matteo (che peraltro ha molti tratti in comune con la serie inglese, bici compresa) no: «Ma conosco Montalbano» spiega ridendo.

In Inghilterra hanno avuto le interpretazioni di Alec Guinness nel 1954 (il film Uno strano detective, padre Brown) e di Kenneth Moore nella serie tv del 1974. «La mia interpretazione è diversa, Alec Guinness aveva il tono aulico del tipico prete anglicano impostato (Williams si lancia in una spassosa imitazione, ndr.). Io voglio essere più immediato, più vero, altrimenti è recitazione». Ma come se lo spiega che un prete cattolico sia così amato in un paese anglicano? «Negli anni ’50 i preti cattolici erano vicini alla gente e ai lavoratori, specie in città industriali come Liverpool e Birmingham, ed anche nelle campagne, senza parlare della Scozia e dell’Irlanda cattoliche. Molti se lo ricordano. I pastori anglicani invece erano più legati all’“establishment”, sedevano alla Camera dei Lord».

Chesterton si convertì al cattolicesimo grazie al prete irlandese John O’Connor che gli ispirò padre Brown e lo stesso fece Alec Guinness dopo avere interpretato quel ruolo. Williams non si sbilancia. «La fede è una questione personale. Preferisco non parlarne, sono un attore e devo essere neutrale». Si è fatta sera, il set smonta, ma all’improvviso sbuca una donna con la tonaca. Non si tratta di un’attrice o una comparsa, ma è il reverendo Dana Delap, il vicario di Blockley che va a chiudere il portone della chiesa e a vedere se tutto e a posto. Realtà e finzione si incrociano, ma hanno un punto fermo in comune, come scrive la reverenda Delap sul sito ufficiale: «La chiesa di Blockley è un luogo dove tutti possono trovare supporto e trovare la buona novella di Gesù».

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