lunedì 7 agosto 2017
Il compositore e direttore d'orchestra milanese si è spento a 92 anni. Da "Stasera mi butto" al "Ballo del mattone" c'è lui dietro ai successi che hanno fatto ballare l'Italia
Il maestro Bruno Canfora, in una immagine del 1955

Il maestro Bruno Canfora, in una immagine del 1955

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Ha fatto ballare generazioni di italiani firmando alcuni dei brani più celebri della musica leggera. E se è difficile che i giovani conoscano il suo nome, è invece quasi certo che abbiano ascoltato almeno una volta nella vita successi come Da-da-un-pa, Il ballo del mattone o Stasera mi butto, diventati veri evergreen. Il maestro Bruno Canfora, direttore d'orchestra e personaggio di grandi spettacoli tv degli anni Sessanta, è morto a 92 anni nella sua villa nei pressi di Perugia. I funerali si sono svolti in forma privata, in totale riservatezza, ma, quando la notizia si è diffusa, molti personaggi del mondo dello spettacolo hanno espresso il loro cordoglio. Come Rita Pavone: «Con grande dolore, solo stanotte ho saputo della scomparsa del M° Bruno Canfora. Devo a lui uno dei mie maggiori successi, Fortissimo».

Nato a Milano, Canfora frequentò il conservatorio Giuseppe Verdi imparando a suonare prima l'oboe, poi il pianoforte. Durante la seconda guerra mondiale, si avvicinò al jazz e alla musica americana in generale, formando un trio con la cantante Elsa Pejrone, con cui ebbe due dei suoi tre figli. Oltre che celebre direttore di orchestra, Bruno Canfora fu compositore e arrangiatore di tanti brani e sigle di programmi tv entrati nella storia della musica italiana. Sue, tra le tante, Da-da-un-pa e La notte è piccola per noi per le gemelle Kessler; Il ballo del mattone e Il geghegè per Rita Pavone; Stasera mi butto per Rocky Roberts; La vita per Shirley Bassey; Vorrei che fosse amore, Sono come tu mi vuoi e Brava per Mina, che accompagnò in una tournée in Giappone.

Con l'orchestra della Rai fu protagonista di programmi-cult come Studio Uno e Canzonissima, dall'edizione del 1959 con Nino Manfredi, Paolo Panelli e Delia Scala. Forte anche il legame con il Festival di Sanremo: nel 1963 portò Fermate il mondo, interpretata da Joe Sentieri e Johnny Dorelli e nel 1968 La vita, interpretata da Elio Gandolfi e Shirley Bassey. Diresse, poi, l'orchestra del Festival nel 1961, nel 1988 e nel 1993.

Aveva lasciato il mondo dello spettacolo nel 1995. L'ultima sua partecipazione fu a Papaveri e Pavere con Pippo Baudo e Giancarlo Magalli. «Da allora è rimasto dietro le quinte - dice il figlio Daniele, anch'egli musicista - ma non ha mai abbandonato la musica: è stato molto vicino all'orchestra della Rai, di cui è sempre stato un punto di riferimento, e ha curato fino a dieci anni fa gli arrangiamenti dei brani di alcuni musicisti».

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