venerdì 16 marzo 2018
A colloquio con padre Jean-Rodolphe Kars: «La mia famiglia era ebrea non praticante. La sua musica, autentica teologia sonora, fu per me una catechesi»
Il compositore Olivier Messiaen

Il compositore Olivier Messiaen

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Nel 1976, un giovane pianista di successo a livello internazionale interpretava uno dei capolavori di Olivier Messiaen, i Vingt Regards sur l’Enfant-Jésus in una delle sale del Concertgebouw di Amsterdam. Il solista, Jean-Rodolphe Kars, proveniva da una famiglia di ebrei viennesi rifugiati in India dopo l’Anschluss, e poi stabilitisi a Parigi; qui, bambino dallo spiccato talento musicale, Jean-Rodolphe aveva frequentato il Conservatorio, per poi ottenere una brillante piazzamento al Concorso internazionale di Leeds del 1966. Né Jean-Rodolphe né i suoi genitori erano osservanti o interessati alla religione; tuttavia, nello stesso anno di Leeds, il pianista diciannovenne in procinto di affacciarsi sulla ribalta internazionale aveva incontrato la personalità e la musica di Olivier Messiaen durante una conferenza-audizione in cui il compositore discuteva e presentava i suoi lavori. «Il primo brano che illustrò – racconta Kars oggi – fu Et exspecto resurrectionem mortuorum (1964), che immediatamente mi impressionò ed emozionò profondamente. Fu la prima scintilla della mia passione per la musica di Messiaen».

Nonostante il suo agnosticismo, Kars fu colpito «non solo dalla musica, ma anche dai commenti straordinariamente profondi che Messiaen ne dava: le citazioni bibliche, le sue fonti d’ispirazione – spirituali ma anche naturali, come gli uccelli e le stelle». Altrettanto impressionante, ricorda, era l’umiltà del musicista, «la serietà e la semplicità con cui ascoltava la sua stessa musica, seguendola sullo spartito come se fosse la prima volta». Nacque così la passione di Jean-Rodolphe per la musica di Messiaen, che lo portò a inserire le composizioni del grande musicista cattolico nel suo repertorio e persino a studiare organo per poterne eseguire le partiture per lo strumento.

Nel 1968, l’interesse di Kars per Messiaen (nella foto sopra i due all'epoca del loro incontro) venne premiato con la vittoria al Concorso pianistico intitolato al compositore. Nel concerto con i Vingt Regards, dieci anni dopo quel primo incontro, Kars guidò gli ascoltatori nella prima esecuzione olandese di questa contemplazione dell’Incarnazione, scandita in venti brani pianistici di intensa profondità teologica e profonda tenerezza. Nel 2017, riemerge improvvisamente una registrazione inedita di quel concerto, della cui esistenza lo stesso Kars era ignaro; e oggi quel documento straordinario viene pubblicato dall’etichetta Piano Classics. Nel frattempo, tuttavia, la vita, la carriera e l’esperienza personale di Kars hanno preso una direzione del tutto inattesa. Quaranta giorni dopo il concerto olandese del 1976, Jean- Rodolphe vive una forte esperienza spirituale che lo porta a una decisa conversione al cattolicesimo nell’incontro personale con Cristo.

«Non si può dire – ci tiene a sottolineare Kars – che la musica di Messiaen mi abbia “convertito”; ma, tanti anni dopo, pregando e rileggendo il mio passato, ho scoperto con meraviglia crescente fino a qual punto la musica e i testi di Messiaen mi avessero segretamente preparato alla conversione, naturalmente a mia insaputa. Una sorta di “catechesi” segreta. La musica di Messiaen, perciò, non è la causa, quanto piuttosto il quadro dapprima inconscio, e poi sempre più conscio, della mia conversione». Dopo il battesimo, Kars prosegue la sua carriera pianistica con successo; pian piano, emerge tuttavia una chiamata nella chiamata, ed il celebre concertista si accosta al sacerdozio entrando a far parte della comunità dell’Emmanuel. «Tre settimane dopo la mia ordinazione sacerdotale, nel novembre 1986, ebbi la gioia di celebrare per la prima volta una messa nella chiesa della Trinità a Parigi, dove Messiaen era organista titolare. Ebbi la gioia e l’emozione di ringraziarlo pubblicamente per tutto ciò che mi aveva donato con la sua musica. Ne fu molto emozionato, e mi “rispose”, dalla tribuna dell’organo, con una stupenda improvvisazione ».

Anche se Kars e Messiaen non parlarono esplicitamente di fede e religione fra loro fin dopo l’ordinazione di padre Jean-Rodolphe, Kars rivela: «Studiando teologia ho preso coscienza che la musica di Messiaen non smetteva di cantare nella mia memoria e nel mio cuore, e che, grazie a questi ricordi, potevo avvicinarmi facilmente, e persino con godimento, a temi teologici anche difficili. Infatti, Messiaen è “teologia sonora”. Soprattutto dopo la sua morte ho realizzato velocemente l’ampiezza dell’influenza che la sua musica aveva avuto su di me. Ho ringraziato Dio di avermi dato un primo padre spirituale così». Da sacerdote, padre Kars ha continuato a tenere concerti, realizzando sempre di più una «riconciliazione profonda» fra la sua attività artistica e la sua vocazione religiosa: «Per me, la musica è solo un altro modo di meditare e commentare la Parola di Dio». Un’affermazione con cui Messiaen sarebbe stato senza dubbio pienamente d’accordo.

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