martedì 23 marzo 2010
Nata a Venezia il 25 ottobre 1927, è scomparsa oggi a Roma oggi. Aveva cominciato a lavorare appena finita la guerra negli spettacoli di rivista.
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Impossibile per chi ha i capelli bianchi dimenticare, cancellare dal suo vissuto Lauretta Masiero, che ieri ci ha lasciato per sempre. Verve eccezionale, brio inconfondibile, simpatia da vendere: tutto questo possedeva Lauretta Masiero. E con questo vinse. E sulle nostre scene, ma anche in televisione, per una lunga stagione fu una delle attrici più popolari. Per capirlo basterà ricordare il titolo di uno dei più bei racconti di Giovanni Testori: Sì, ma la Masiero… Sì la Masiero, sempre per parola di Testori, «di una freschezza, una vitalità, proprio come una bottiglia di spumante sempre sul punto di saltare». Nemmeno Delia Scala che ha vissuto anche lei un lungo momento d’oro, può essere messa sullo stesso piano di questa attrice istintiva e al tempo stesso seria. Seria, professionale anche se non aveva mai frequentato una Accademia o una Scuola di recitazione. E mai anche aveva appartenuto a un teatro stabile. Anche se poi pure lei aveva lavorato e in armonia con grandi attori o attrici che agli stabili avevano appartenuto. Come Alberto Lionello, come Lina Volonghi con i quali avrebbe anche formato compagnia.Veneziana Doc , nella città lagunare era nata nel 1927, Lauretta, l’irruente, battagliera Lauretta, s’era fatta tutta da sola. Lavorando duramente e compiendo una lunga gavetta. Lunga perché su un palcoscenico era salita assai presto. Sedicenne ballerina di fila negli spettacoli della Osiris, poi da Macario promossa "seconda donna" per le sue riviste. Il primo vero successo a coglierlo però accanto a Rascel in Attanasio cavallo vanesio. Erano i ruggenti anni 50. Da allora riuscì a imporsi come una delle più applaudite soubrette in commedie musicali (anfitrioni Garinei e Giovannini) di largo successo quali La padrona di raggio di luna accanto alla grande Andreina Pagnani che le fu maestra in brio e simpatia (sempre la ricordava) e con le quale molti anni dopo, entrambe in seducenti abiti neri da mettere invidia alle spettatrici, si ritroverà a far coppia e una serie infinita di "esauriti" nella brillantissima pièce di Felicien Marceau La pappa reale. Il teatro leggero, il teatro musicale era per l’indocile Masiero, il suo vero terreno. Ma poi eccola en souplesse, con passi felpati, ma anche grande intelligenza, accostarsi al teatro di prosa. In verità ad avvicinarla fu Carlo Ludovici che le propose di recitare ne Le baruffe chiozzotte di Goldoni in un allestimento alla veneziana fondazione Cini della sua Venezia che rimase negli annali. Fu il suo ingresso nel teatro ufficiale destinato a farla incontrare anche a Pirandello (La signora Morli uno e due, Ma non è una cosa seria). In quegli anni, popolare anche grazie alla televisione  (Canzonissima del 60), formò anche una sua compagnia. Sempre al suo fianco, anche se la ditta variava, nomi importanti: Volpi, la Zoppelli, il già citato Lionello, Foà. Nel frattempo un altro attore importante entrerà nella sua vita: Johnny Dorelli. E il frutto più bello per lei il figlio Gianluca, amatissimo, che diventerà a sua volta doppio "figlio d’arte". Più rare le sue apparizioni sulla scena negli anni 70, mentre negli anni 80 e 90 "rifiorirà " incontrandosi questa volta con autori anglosassoni, ivi compreso l’immarcescibile Neil Simon, del quale interpreta California suite e Uscirò dalla tua vita in taxi. Lei dalla scena uscirà nel 2000 interpretando da coprotagonista con Anna Proclemer Bella figlia dell’amor di Ronald Harwood. Impagabile nella figura (destino!) di una vecchia signora smemorata. Un cammeo . Che vive nella memoria di molti che sull’onda di Testori oggi, rimpiangendola, ripetono «Sì , ma la Masiero…».I funerali di Lauretta Masiero, ha annunciato il figlio Gianluca Guidi, saranno celebrati a Roma in forma privata.
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