sabato 8 luglio 2017
Notata da Kirk Douglas su una rivista di moda, debuttò nel 1954. Recitò con John Wayne, Mitchum e Mastroianni e fu diretta da Monicelli, Vadim, Welles e Petri. Vinse l'Orso d'argento
Addio a Elsa Martinelli, la più hollywoodiana delle attrici italiane
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E' stata tra le più hollywoodiane delle attrice italiane, autentica star del jet set. Addio, a 82 anni, a Elsa Martinelli, malata da tempo. Padre ferroviere e madre casalinga, settima di otto figli, seppe costruirsi una grande carriera artistica partendo quasi dal nulla, grazie al sarto Roberto Cappucci che la notò in una boutique di Roma e la volle per le sue sfilate in virtù di quella sua naturale eleganza. La giovane Elsa Martinelli finì così sulle riviste di moda ed entrò di soppiatto nel mondo del cinema con le prime apparizioni: nel 1953 con "Se vincessi cento milioni" di Carlo Campogalliani e l'anno dopo in "L'uomo e il diavolo" di Autant-Lara da Stendhal. Fu la successiva apparizione sulla rivista "Life" a farla notare Oltreoceano a Kirk Douglas, che la lanciò nel "Cacciatore di indiani" di André de Toth del '55. Musa di Gary Cooper, Frank Sinatra, nella sua carriera ha lavorato in una settantina di film con registi come Orson Welles, Howard Hawks, Mario Monicelli e recitato, tra gli altri, al fianco di Marcello Mastroianni, Robert Mitchum, John Wayne. Ha una figlia, Cristiana, anch’essa attrice, nata dal matrimonio nel 1957 con il conte Franco Mancinelli Scotti di San Vito.

Nel 1956 Elsa Martinelli vinse l’Orso d’argento al Festival di Berlino come migliore attrice grazie a "Donatella" di Mario Monicelli. Seguirono "La risaia" di Matarazzo, "La notte brava" di Mauro Bolognini (1959) e "Un amore a Roma" di Dino Risi. In quegli anni diverse le incursioni nel grande cinema d’autore internazionale: con Roger Vadim per "Il sangue e la rosa" del 1960, con Orson Welles per "Il processo" del 1962, con Henry Hathaway "Il grande safari" del 1963, con Elio Petri "La decima vittima" a fianco di Marcello Mastroianni (nel film meno italiano del regista) fino a "L’amica" di Alberto Lattuada del 1969. Buona parte della sua carriera è concentrata negli anni '50 e '60, e già nel decennio successivo si allontana sempre di più dal cinema preferendo la televisione. Fa eccezione il suo riuscito ruolo ne "Il garofano rosso" di Luigi Faccini nel 1976. Ha inciso anche un disco come cantante e si è cimentata come presentatrice al Festival di Sanremo nel 1971. Nel 1995 ha pubblicato l’autobiografia "Sono come sono. Dalla dolce vita e ritorno". Dopo una lunga assenza, nel 2005 era nuovamente tornata in tv su Rai1 nella miniserie "Orgoglio". I funerali si terranno martedì 11 luglio nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma.

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