domenica 10 febbraio 2019
Il ritorno dirompente della Bertè: «La più grande libertà è essere sempre se stessi». Il ricordo della sorella: «È ancora con me»
Loredana Bertè a Sanremo (Ansa)

Loredana Bertè a Sanremo (Ansa)

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Per i suoi occhi ancora. Sono gli occhi della tigre Loredana Bertè, che segue ancora la scia… Tenera, a tratti indifesa, ma sempre indomita ci ricorda dal palco che «ci vuole soltanto una vita per essere un attimo». Nei sette anni in cui è stata lontana da Sanremo la Tina Turner italiana non è andata in Tibet, ma ha girato tanto. Ha fatto cose e visto gente. Con i live ha riassaporato a pieno il gusto dell’abbraccio caldo del suo pubblico e sentito sulla propria pelle il brivido della rinascita, anche grazie al confronto con le nuove generazioni, Boomdabash in pole. Con la band salentina di reggaeton ha duettato in Questa sera non ti dico no pezzo-tormentone dell’estate 2018 che le fa ripetere fiera: «Con i Boomdabash abbiamo asfaltato tutti». E l’effetto dirompente continua qui al Festival, davanti al mare d’inverno, con Cosa ti aspetti da me. Brano «strappabudella» che ha scritto per lei Gaetano Curreri degli Stadio (vincitori del Festival 2016 con Un giorno mi dirai). Un pezzo degno della «Regina del rock», incoronata da tempo per espressa volontà dalle sue colleghe. Su questo palco sanremese è salita per la prima volta nel 1986, quando era già un’icona della scena pop, per cantare Re, canzone scritta dal compianto Pino Mango. E con questa osannatissima partecipazione (unica standing ovation davvero meritata) al 69° Festival supera l’amica-rivale Patty Pravo, undici edizioni per Loredana, contro le dieci della Nicoletta Strambelli.


Se dovesse essere il suo ultimo Sanremo, si può dire che chiude con il botto… Cosa ti aspetti da me è un brano potentissimo che poteva cantare solo lei Loredana, e forse Vasco…
Sono venuta al Festival con questo brano di Curreri, Pulli e Romitelli – siamo precisi sugli autori – perché lo trovo fortissimo. Dopo più di quarant’anni di carriera sentivo di dover chiudere un cerchio e volevo farlo veramente alla grande. Mi pare che sto andando forte no?

Fortissimo. Una canzone rock ma anche molto intimista in cui fa un po’ il bilancio con se stessa: cosa salva della Loredana donna e artista e cosa cancellerebbe se potesse?
Salvo tutto. Sono una per cui «la guerra non è mai finita» (cito Non sono una signora). Le armi non si depongono mai. Ho capito sulla mia pelle che la libertà più grande è essere sempre se stessi. E questa è l’unica scia che ho seguito in tutta la mia vita e nel corso di questa lunga carriera che continua, forse meglio di prima.


Per la stampa nazionale la Bertè si sente ancora un “caso”, oppure le cose sono decisamente cambiate tra lei e l’opinione pubblica?
Negli ultimi anni la critica mi ha sempre sostenuta. In questi giorni con l’attenzione che sto avendo a Sanremo e l’immenso calore dimostrato dal pubblico si sta parlando tantissimo di me. Sui media e sui social si discute della Bertè, si analizza il brano Cosa vuoi da me e la cosa mi rende molto, molto felice. Io ho cercato di dare il massimo per emozionare la gente e non deludere le aspettative, specie di coloro che mi seguono da sempre.


Ha detto che nell’ultimo anno ha «into tutti i premi possibili», il prossimo premio che si aspetta?
Sarei una grande ipocrita se non dicessi che vorrei vincere questo Festival. Per me una vittoria a Sanremo rappresenterebbe un grande riscatto…

Molte canzoni del Festival mettono a confronto padri e figli. Come vede le nuove generazioni e quali giovani artisti, oltre agli amici Boomdabash segue con interesse?
Mi incuriosisce il rap, è un linguaggio che trovo molto interessante che nasce come urgenza sociale… Quindi chi ne parla male senza sapere, prima si interroghi sulle urgenze e i disagi che vivono i giovani di oggi in questa nostra società.

Nelle sue canzoni c’è quasi sempre l’amore, in tutte le sue declinazioni, al centro, ma il suo rapporto con la fede qual è?

La vita mi ha tolto molto, troppo… Non sono credente ma rispetto tutti coloro che hanno una loro fede. Considero papa Giovanni Paolo II uno dei più grandi "statisti" di sempre.

Anche se non è credente non vorrebbe che ci fosse un “aldilà” in cui magari poter riabbracciare sua sorella Mimì, Mia Martini?
Lo spero con tutta me stessa. Vorrei tanto che questo possa accadere. In fondo è l’unica cosa che mi importa…oltre alla musica.

Quando pensa a Mimì dove la rivede?
Ripenso spesso a quando stavamo insieme: a casa, in giro per il mondo, nei concerti. Ma Mimì è qui, anche adesso che stiamo parlando, è nel mio cuore, nella mia testa e nelle tante belle canzoni che ci ha lasciato. È bello pensare che ogni giorno qualche giovane sale su un palco e canta Tu che sei diverso, come ha fatto Daniela Rossi qui al Festival.


Appena si spegneranno le luci di Sanremo cosa «si aspetta da sé» Loredana?
Di continuare così. Di sicuro non scenderò dal palco. A fine marzo riprendo il mio "Libertè Tour". È già sold out, ovunque.

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