
Tom Cruise in "Mission: Impossible - The final reckoning" - Eagle Pictures
La verità non esiste più, il mondo sta cambiando, le guerre sono in arrivo. È questa la realtà dei nostri tempi, la stessa in cui si inserisce l’ultima missione dell’agente Ethan Hunt che dal 1996, anno della sua nascita, ha il volto e il corpo elastico dell’acrobatico Tom Cruise, sempre in bilico sull’ala di un aereo, aggrappato a un treno in corsa o alla parete liscia di un grattacielo. Fuori concorso alla 78ª edizione del Festival di Cannes, Mission: Impossible - The Finale Reckoning ha portato nuovamente sulla Croisette, a tre anni da Top Gun: Maverick, Tom Cruise, star planetaria sempre più sfuggente però, restio a interviste e conferenze stampa. Ma il Festival voleva l’action hero più amato del mondo sul tappeto rosso, acclamato da una folla sterminata radunatasi sotto il Palais du Cinema, e Cruise ha risposto alla chiamata, proprio come avrebbe fatto il suo alter ego in caso di pericolo. E poi a sorpresa ha raggiunto il regista Christopher McQuarrie in una masterclass per rendere omaggio all’amico e collaboratore da lungo tempo. «Alla scrittura di Chris credi sempre e come regista ama i dettagli, dimostrando grande eleganza di stile».
Interpretato da Hayley Atwell, Ving Rhames, Simon Pegg, Esai Morales, Pom Klementieff, Henry Czerny, nelle sale italiane il prossimo 22 maggio con Eagle Pictures, l’ottavo e conclusivo episodio della fortunatissima saga inaugurata dietro la macchina da presa da Brian De Palma ci riporta da Ethan e dal suo team alle prese con una nuova e pericolosa minaccia: devono infatti rintracciare due chiavi che sbloccano un potente sistema di intelligenza artificiale, capace di causare disastri a livello mondia-le, dai sabotaggi dei circuiti bancari internazionali al caos delle reti elettriche. A sfidarli in questa pericolosa corsa c’è Gabriel, un misterioso individuo legato al passato di Ethan, anche lui alla ricerca delle chiavi. Una resa dei conti attraverso diversi continenti che inizia con un lungo omaggio alle avventure di questo inafferrabile e imbattibile agente attraverso un montaggio di immagini che rievocano i momenti clou delle puntate precedenti, e prosegue riconnettendo abilmente tutti i fili del franchise, anche quelli più nascosti e dimenticati, dimostrando proprio come quello che è accaduto prima ci abbia portato a questo epilogo. A una sceneggiatura complessa, articolatissima e precisa si aggiunge poi una regia mozzafiato, che tiene lo spettatore in tensione dall’inizio alla fine, giocando con i cliché del genere d’azione, ma alzando continuamente l’asticella del possibile. Più di così Tom Cruise non potrebbe fare, e lo capirete quando lo vedrete nella lunga sequenza in cui passa da un aereo in volo all’altro. Lui, proprio lui che non vuole stunt e sfoggia ancora una muscolatura di tutto rispetto. «Perché continuo a rischiare la vita sul set? Nessuna ha mai chiesto e Gene Kelly perché ballasse», dice l’attore.
Ma oltre a essere un’avventura ad altissimo volume e tasso di adrenalina, il vertiginoso Mission: Impossible - The Final Reckoning è un film antibellico, pacifista, che individua nell’intelligenza artificiale fuori controllo, qui chiamata con il nome di Entità, la grande nuova sfida per l’umanità, proprio come ha sottolineato recentemente papa Leone XIV rivendicando il rispetto della dignità dei singoli individui. In una società dove il reale è continuamente ridefinito da immagini sintetiche, dove è ormai impossibile scovare la menzogna e ristabilire la verità, l’obiettivo primario dell’Entità è quella di mettere gli esseri umani gli uni contro gli altri facendo credere loro che esistono nemici da combattere, minacce da cui difendersi schierando armi nucleari, pericoli per i quali vale la pena distruggere l’intero pianeta. Sono queste le riflessioni più interessanti di questo blockbuster che non rinuncia a un’anima “filosofica”, intrecciando spionaggio, azione, intrattenimento e temi quanto mai rilevanti per il nostro tempo. La scena finale, che in qualche modo lascia aperta una porta a possibili sviluppi e a considerazioni sulle responsabilità di un personaggio che nel film è costretto a riconsiderare le proprie azioni per salvare il mondo intero, non ve la raccontiamo. Ma date le premesse, la morale della storia potete bene immaginarla: non siamo fatti per combatterci l’un l’altro, ma per restare uniti, perché ad accomunarci sulla Terra è un medesimo destino. Solo un pianeta solidale può salvarci dal disastro perché alla distruzione di un Paese segue il collasso di un altro, in un domino catastrofico che non prevede sopravvissuti.
Se siamo giunti alla fine della trentennale missione di Hunt, non è però terminata la collaborazione di Cruise con McQuarrie: i due avrebbero infatti in cantiere ben quattro nuovi progetti, tra cui probabilmente Broadsword, ambientato durante la Seconda guerra mondiale e The Gauntlet, interpretato anche da Scarlett Johansson. Rivedremo Tom Cruise anche nel nuovo film di Alejandro G. Iñárritu, al fianco di Jesse Plemons e John Goodman, e in Live Die Repeat and Repeat di Doug Liman, dove l’attore reciterà al fianco di Emily Blunt.