venerdì 18 aprile 2025
Lo scrittore spagnolo ospite del programma Soul domenica 20 aprile ore 20.40: «Più esotico conoscere il Vaticano che la Mongolia. Il cristianesimo? È una religione sovversiva»
Cercas a Tv2000: «Con papa Francesco in Mongolia oltre i miei pregiudizi»

“Per me è stato più esotico conoscere il Vaticano che la Mongolia, perché ho dovuto lottare contro i pregiudizi, avere uno sguardo pulito sulla Chiesa. La Mongolia è molto esotica, interessante, ma il Vaticano di più”. Lo afferma lo scrittore spagnolo Javier Cercas a Tv2000, ospite della puntata di Pasqua ‘Soul’, il programma di interviste condotto da Monica Mondo, in onda domenica 20 aprile ore 20.40 e lunedì 21 aprile su Radio InBlu2000 ore 21.

Cercas, uno dei più stimati e letti scrittori contemporanei, che si dichiara ateo e anticlericale, è stato chiamato ad accompagnare il Papa nel suo viaggio in Mongolia nel 2023. Ne è nato un libro: Il folle di Dio alla fine del mondo, appena uscito per Guanda. “Quello che io voglio – dice nell’intervista Cercas - è capire la complessità, e papa Bergoglio non è una specie di Superman, è un uomo molto complesso, e ho cercato di restituire questa complessità, la ‘papolatria’ e idealizzazione è una forma di aggressione. Ma il mio obiettivo non è giudicare”.

“Nel cristianesimo – sottolinea Cercas a Tv2000 - c'è la più grande ribellione possibile alla morte. Non è la religione della sottomissione, dell'accettazione, ma è una religione sovversiva e questo è il vero messaggio di Cristo. Capisco che quando la gente ascolta la radicalità massima di Cristo pensa: ‘Forse questo è troppo’. E i missionari sono la personificazione di questo cristianesimo come ribellione sociale, e metafisica: non dobbiamo morire”.“Nei media il discorso religioso del Papa – prosegue Cercas - non si vede, è un fatto. C'è gente molto critica col Papa che sostiene: ‘Il Papa non parla di fede’. Questo è falso. I media non sono interessati apparentemente a queste questioni, non hanno il linguaggio per raccontarle. È vero però che a volte questo fatto centrale, secondo la mia impressione, rivoluzionario del cristianesimo, questo non accettare la morte, la radicalità del messaggio di Cristo sembra un po' nascosto”.

Lo scrittore spagnolo commenta infine il conflitto in Ucraina e la contrapposizione dell’Europa a Putin: “L'anima che unisce l'Europa è la diversità. L'Europa è il grande processo politico del nostro tempo, senza dubbio, è l'unico capace di presentare la pace, la prosperità, la democrazia”.

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