lunedì 21 giugno 2021
Dal 26 giugno al 31 luglio e dal 18 agosto al 17 ottobre la Cattedrale di Siena scopre il suo magnifico pavimento a commesso marmoreo, frutto di cinquecento anni di lavoro
Particolare del pavimento marmoreo della cattedrale di Siena

Particolare del pavimento marmoreo della cattedrale di Siena - Bruno Bruchi/Opera della Metropolitana di Siena

Dal 26 giugno al 31 luglio e dal 18 agosto al 17 ottobre prossimi la cattedrale di Siena scopre il suo pavimento istoriato, realizzato a commesso marmoreo lungo cinquecento anni di lavoro e viaggio simbolico tra i temi della spiritualità cristiana. Il pavimento è infatti il risultato di un complesso programma iconografico realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all’Ottocento, tarsia dopo tarsia. A realizzare i cartoni delle oltre cinquanta scene furono grandi artisti, quasi tutti “senesi”, fra cui il Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi, oltre che dal pittore umbro Pinturicchio.

Il tappeto di marmi policromi è unico non solo per la vastità e la tecnica utilizzata, ma anche per il messaggio, un invito costante alla sapienza, a partire dalle navate con i protagonisti del mondo antico, sibille e filosofi, fino ai soggetti biblici sotto la cupola, nel presbiterio e nel transetto.

Il pavimento marmoreo della cattedrale di Siena

Il pavimento marmoreo della cattedrale di Siena - Bruno Bruchi/Opera della Metropolitana di Siena

Il percorso si apre con l’iscrizione d’ingresso, davanti al portale centrale, un invito a entrare “castamente” nel Virginis templum, la casa di Maria, testimonianza del forte legame che i cittadini senesi hanno da secoli con la loro ‘patrona’: Sena vetus civitas Virginis. La Madonna è definita anche come Sedes Sapientiae, sede di Sapienza e, subito dopo, la scritta è seguita dalla celebre tarsia con l’Ermete Trismegisto, il sapiente egiziano, il primo grande "teologo" dell’antichità. Seguono filosofi come Socrate e Cratete nella tarsia del Pinturicchio, Epitteto, Aristotele, Seneca ed Euripide che corredano la Ruota della Fortuna e invitano al distacco dai beni terreni, futili, anzi ingombranti per dedicarsi al pensiero filosofico.

Si passa dunque all’itinerario biblico in cui Domenico Beccafumi, rispetto agli artisti delle precedenti generazioni, si avvale di nuovi modi stilistici rinnovando la tecnica del commesso marmoreo. L’artista invece di utilizzare pietre di vario colore accosta marmi di sfumature diverse rispetto alla tinta di base. Attraverso le gradazioni tonali del grigio-verde, Beccafumi riesce così a ottenere risultati sorprendenti di chiaro-scuro, in cui luci e ombre delineano le figure che paiono pitture monocrome. Beccafumi compie tale rivoluzione nell'immagine con Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia, inserita tra i due pilastri che sorreggono la cupola, verso il presbiterio. La fonte principale del soggetto è un passo dell’Esodo, in cui il popolo d’Israele, dopo la traversata del Mar Rosso, in marcia verso la terra promessa, è costretto a sopportare la mancanza d’acqua, fino al miracolo in cui Mosè percuoterà la roccia in Horeb, alla presenza degli anziani: «da essa sgorgherà acqua e il popolo berrà». Secondo l’interpretazione di san Paolo, la pietra rappresenta il Cristo, dalla quale sgorga la salvezza per quegli uomini che attingono acqua dalla sua sorgente: «Tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo».

Particolare del pavimento marmoreo della cattedrale di Siena

Particolare del pavimento marmoreo della cattedrale di Siena - Bruno Bruchi/Opera della Metropolitana di Siena

In occasione della scopertura del pavimento i visitatori avranno inoltre l’opportunità di visitare anche il coro e l’abside dove si conservano le tarsie lignee di Fra Giovanni da Verona raffiguranti vedute urbane, paesaggi e nature morte, armadi che mostrano gli scaffali interni con oggetti liturgici resi con abilità prospettica.

I visitatori potranno ammirare il pavimento, che nel resto dell'anno è coperto da tappeti per preservarlo dall'usura, nel rispetto dei protocolli di sicurezza e grazie all’installazione di una pellicola protettiva con proprietà antivirali ed antibatteriche.

Particolare del pavimento marmoreo della cattedrale di Siena

Particolare del pavimento marmoreo della cattedrale di Siena - Bruno Bruchi/Opera della Metropolitana di Siena

Particolare del pavimento marmoreo della cattedrale di Siena

Particolare del pavimento marmoreo della cattedrale di Siena - Bruno Bruchi/Opera della Metropolitana di Siena

Interno del duomo di Siena

Interno del duomo di Siena - Bruno Bruchi/Opera della Metropolitana di Siena

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