giovedì 4 novembre 2021
Franco è tetraplegico e suo fratello Dario spinge la carrozzina con cui “corrono” per l’associazione “SognoAttivo”. «L'obiettivo della Maratona di New York? Coi voli sospesi per ora è solo rimandato»
Dario Leo spinge la carrozzina di Franco con due amici della associazione “SognoAttivo”

Dario Leo spinge la carrozzina di Franco con due amici della associazione “SognoAttivo”

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Storia di fratelli per sempre. A Bellizzi, l’ultimo comune della provincia di Salerno, vivono i fratelli Leo. Il maggiore dei cinque figli di Lucietta e Vito Leo è Francesco, «porto il nome del Santo a cui sono più legato». Ma per i 15mila paesani che lo adorano, lui è semplicemente Franco, 52 anni. Il più piccolo dei Leo invece è Dario, 38 anni. Il loro è un binomio indissolubile: «Nostro figlio, con mia moglie Veronica l’abbiamo battezzato Francesco, come lo zio», dice Dario che vive sempre più in simbiosi con il fratello maggiore, specie ora che di mezzo c’è lo sport. A legarli ancor di più è subentrata, di “corsa”, la nuova passione per la maratona. «Franco è tetraplegico dalla nascita e avrebbe tanto desiderato fare l’atleta. Io dico sempre che per intelligenza e sensibilità purtroppo vive in un corpo non suo.

Ma la sua spinta è incessante, per tutti noi», continua Dario, “lo spingitore” e la voce dei Leo. Franco vive con un fisico possente, 195 centimetri d’altezza su 90 chili di peso. Una stazza che ne avrebbe fatto sicuramente un buon cestista come il fratello minore che ha giocato a basket per i palazzetti della provincia campana e adesso, «alla soglia degli “anta”» si è scoperto maratoneta. «La scintilla “antidepressiva” è scattata durante il lockdown. Con Franco ci siamo guardati negli occhi – comunica solo con quelli – e abbiamo capito che quella esistenza da reclusi in casa ci stava logorando i nervi e la mente, specie a lui. Il suo sogno di viaggiare per la prima volta in aereo e vedere il mondo dalla carrozzina si era interrotto bruscamente. Non ci restava che uscire all’aria aperta e provare a fare qualcosa, tipo “correre” insieme, tutti i giorni, sperando che quell’incubo finisse il prima possibile».

Spingendo la carrozzina e la vita di Franco più in là, Dario ha cominciato a percorrere con suo fratello 10-20-30 km quotidiani. E poi, una volta raggiunta la «giusta forma atletica», l’obiettivo è stato diventare agonistici, gareggiare. Ma per partecipare alle competizioni serviva una «carrozzina speciale» e anche quella è arrivata, da Reggio Emilia. «Un grande artigiano, Manuel Borea, l’ha costruita apposta per Franco. Il costo per noi era proibitivo ma grazie alla “Fondazione Carisal” di Salerno la carrozzina ci è stata donata, e per questo non smetteremo mai di ringraziare il suo presidente, Domenico Credentino ». Franco è uno che lo dice lui stesso ha «la testa dura» e allora non si è mica fermato qui. Assieme a Dario hanno deciso di spingersi oltre le quattro mura domestiche dei Leo e di creare l’associazione “SognAttivo”.

«Il sogno di Franco è realizzare anche quello di altre persone con disabilità che, attraverso lo sport, riescano a tenere sempre aperta la loro finestra sul mondo. Il pc è fondamentale per comunicare, con il mouse e un sensore Franco riesce ad esprimersi con noi della famiglia e con i tanti nuovi amici che ci stanno contattando da tutte le parti per inseguire il nostro stesso sogno sportivo». Il secondo sognatore trovato per la strada, vive a Bellizzi: è Gianluigi, ragazzo anche lui tetraplegico che con una carrozzina, acquistata con un contributo di “SognAttivo”, da fine mese inizierà a gareggiare. E a spingerlo sarà suo padre, Gino».

Una grande soddisfazione per Franco che in questi giorni ha dovuto combattere contro la tristezza per un sogno sfumato proprio quando erano arrivati a un passo dal via. Domenica prossima si corre la storica Maratona di New York e i fratelli Leo erano già iscritti alla gara, ma, causa Covid i voli sono stati sospesi e loro sono rimasti a terra, come il morale di Franco. «Il sogno è solo rimandato – dice convinto Dario – Eravamo prontissimi. Grazie al cuore grande della gente semplice e alla generosità del popolo di Bellizzi a forza di 50 e 100 euro alla volta avevamo racimolato quanto necessario per il viaggio e la permanenza negli Stati Uniti per noi due e nostro fratello Renato che abbiamo coinvolto nel progetto. Delusi? Quando Franco ha saputo che non partivamo non si è alzato dal letto per tre giorni, così ho fatto subito scattare il “piano B”: continuare a gareggiare per allenarci e farci conoscere. Utilizzando inoltre parte di quanto raccolto per varie iniziative di solidarietà».

Domenica 7 novembre Franco e Dario parteciperanno intanto alla mezza maratona di Paestum, poi il 14 novembre a quella di Livorno e il 28 novembre alla Maratona di Firenze. «Sono tutte prove che tra un anno esatto ci faranno arrivare preparati a dovere alla Maratona di New York e l’obiettivo è percorrerla in 4 ore». In attesa di attraversare il Ponte di Verrazzano e di mordere la “Grande Mela”, Franco e Dario hanno brillato alla Sedici miglia dei Normanni ad Aversa e sono riusciti a coprire in 1 ora 42 minuti le due mezze maratone di Latina e Salerno. E qui, c’è stata una foto che ha commosso il popolo del web, quella scattata al traguardo della StraSalerno. Si vede un Dario sfinito, ma felice come non mai che in lacrime abbraccia forte suo fratello.

«In quegli scatti c’è tutta la nostra storia e l’amore fraterno che auguro a tutti di provare. La mia ricchezza oggi, è sentire che più andiamo avanti con il nostro sogno e più mi rendo conto che è assai di più quello che sto ricevendo da Franco rispetto a ciò che io do a lui. E questa sensazione di benessere interiore mentre spingo la sua carrozzina l’hanno avvertita anche altri ragazzi che sono entrati a far parte di “SognoAttivo”: anche loro hanno compreso quanto lo sforzo fisico alla fine viene sempre ripagato dall’energia del sorriso di mio fratello». Un fratello specialissimo Franco che quando non si allena con Dario dipinge e scrive.

«Gli ci sono voluti sette anni per pubblicare il suo primo libro Dio parla al mondo attraverso un disabile (si acquista su Amazon). È stato un atto di fede, e la sua è incrollabile. Con mamma Lucietta, che non lo lascia neppure per un attimo, alla domenica Franco non manca mai di andare alla Santa Messa ». E anche la sua pittura «che è diventata un mestiere», è rivolta al Cielo: «Franco non fa che dipingere chiese, come la Basilica di San Giovanni di Roma, un’opera che ha appena regalato al presidente del Coni Giovanni Malagò in occasione della premiazione “Estra per lo Sport”. Ma la chiesa di riferimento è una chiesetta piccolissima che è legata al suo amato san Francesco d’Assisi, la Porziuncola di Santa Maria degli Angeli. “Porziuncola” è stato il suo primo quadro, ed è lì che Franco vuole tornare in uno dei nostri prossimi viaggi».

I fratelli Leo intanto viaggiano inarrestabili e con “SognoAttivo” prima della trasferta americana del 2022 puntano ad acquistare nuove carrozzine per l’atletica e un canotto per quei ragazzi che vogliono fare nuoto paralimpico. «Franco quando pensa al futuro sogna uno sport davvero per tutti. Nella squadra di “SognoAttivo” ci sarà spazio anche per le donne disabili che vogliono seguirci in questo cammino». Un cammino di sport, di fede e speranza, la stessa che trasmette Franco, certo da sempre che «oggi va meglio di ieri, ma domani sarà migliore».

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