mercoledì 25 giugno 2025
Nel numero di venerdì 27 giugno, il cibo è al centro: gesto quotidiano e rito simbolico, esperienza spirituale e questione politica
La copertina di Gutenberg numero 35, in edicola il 27 giugno

La copertina di Gutenberg numero 35, in edicola il 27 giugno - Archivio Avvenire

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L'essere umano non si limita a nutrirsi, ma cucina. Manipola gli ingredienti, li trasforma. E, così facendo, trasforma anche sé stesso. È da qui che parte il nuovo numero di Gutenberg, in uscita venerdì 27 giugno con Avvenire: una riflessione a più voci sul cibo come esperienza culturale, identitaria, scientifica e perfino spirituale.

Il titolo del fascicolo è "Il sapore e altre storie", e racconta l’inesauribile complessità del mangiare umano. Giovanni Cesare Pagazzi apre con un testo originale che mette in relazione fame e Vangelo, appetito e trascendenza. Il cibo, scrive, ci salva dall’egocentrismo, ci riconsegna alla realtà, ci costringe a riconoscere l’altro. Non è una debolezza da disciplinare, ma una sapienza che insegna misura e libertà.

Seguono una serie di sguardi che intrecciano presente, passato e futuro: Davide Re, intervistando il nutrizionista Nicola Sorrentino, esplora il tema controverso della carne coltivata, tra sostenibilità, percezione e legislazione. Antonio Lo Campo raccoglie le sperimentazioni dell’astronauta Franco Malerba sulla coltivazione di ortaggi nello spazio: dalle serre “adattive” alla cicoria cosmica, il futuro dell’alimentazione passa anche per le stelle.

Eugenio Giannetta racconta le storie di tre chef africani — Mareme Cisse, Kwame Onwuachi, Victoire Gouloubi — che hanno trasformato la cucina in un atto politico: memoria, orgoglio e visibilità in un sistema gastronomico ancora esclusivo e patriarcale. Anche la letteratura ha voce nel numero: Francesco Marzella ci porta alla tavola rotonda di re Artù, dove il banchetto è rito e narrazione. E infine la continuità della storia con una mostra a Ercolano (i cui reperti illustrano il numero) che espone il cibo e gli oggetti a esso legati riscoperti tra le ceneri.

La sezione “Percorsi” apre la riflessione di Carlo Ossola sull'arte del riassunto. L'esperienza dell'esilio e dello sradicamento: Alessandro Zaccuri presenta il ritorno del primo romando di Danilo Kiš, Salmo 44; l’austriaca Hertha Pauli, presentata da Gianni Santamaria, racconta la fuga dal nazismo e la forza della parola sotto le bombe. Una coppia di pagine è dedicata alla figura di Jacques Maritain, tra storia e memoria. Matteo Al Kalak svela un documento inedito della Segreteria di Stato vaticana che mostra il sospetto con cui la Chiesa prebellica guardava al pensiero di Maritain, accusato di “disorientare i cattolici” con le sue posizioni anti-franchiste. Accanto, Alessandro Beltrami racconta la mostra ai Musei Vaticani sul legame tra Paolo VI e Maritain, tra arte, amicizia e modernità. Chiude la sezione un dittico sulla narrativa contemporanea: Roberto Carnero recensisce I giorni degli altri di Paola Baratto, romanzo sul dialogo tra generazioni e la cura come forma di conoscenza. A seguire, uno sguardo su Una casa per sempre di Jane Smiley, recensita da Giacomo Verri, dove le sicurezze di facciata si sgretolano e riaffiorano ferite, ricordi, desideri.

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