mercoledì 30 luglio 2014
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Si esce dalla mostra “1914-1918: La Gran Vera” con un senso di ribrezzo per la guerra ed è esattamente quello che i curatori, Michele Simonetti e Marco Caimi, volevano trasmettere al pubblico. A Moena, fino al settembre 2015, presso il teatro Navalge questa singolare esposizione -  voluta in occasione del centenario della Prima Guerra mondiale dalla Provincia autonoma di Trento, con il patrocinio del Comun General de Fascia, il Comune di Moena, l’Istituto Culturale Ladino e l’Associazione culturale “Sul Fronte dei Ricordi” - conduce lo spettatore lungo il fronte austro-russo (Galizia-Bucovina-Volina) e nel cuore della guerra in alta montagna sulle Dolomiti di Fassa e Fiemme, per ricordare non soltanto gli avvenimenti bellici ma soprattutto il loro impatto sulle popolazioni locali. Migliaia gli oggetti in esposizione che appartengono alla collezione “Simonetti-Fedespiel”-Caimi, con oltre 20 uniformi d’epoca italiane e austriache, armi, cimeli, reperti, album fotografici. E la ricostruzione esatta della vita nelle trincee. Tra le sezioni, una sulla Galizia rivissuta attraverso gli straordinari quadri dei pittori di guerra austriaci che formavano il “Kunstgruppe” (gruppo artistico) i cui membri ricevevano lo status ufficialmente riconosciuto di “pittori e scultori di guerra”.
Una sulle trincee, interminabili budelli di sofferenza nei quali ragazzi ladini, trentini e tedeschi dovevano convivere, combattendo in Galizia contro i Russi e sulle Dolomiti contro gli Italiani. La mostra ricostruisce una trincea attraverso camminamenti, postazioni, grotte e diorami che rappresentano la vita vera e fanno rivivere l'atmosfera dell'epoca con la possibilità di toccare alcuni oggetti, indossare elmetti, ascoltare suoni e testimonianze, seguire filmati. Un’altra sezione è sulle Dolomiti nel 1915, che ancora oggi costituiscono un unico campo di battaglia, in gran parte recuperato e visitabile. Per finire “Guerra alla guerra” con le fotografie originali raccolte da Ernst Friedrich che nel 1924 pubblicò a Berlino il libro “Guerra alla Guerra!” e aprì un museo sugli orrori della Grande Guerra, chiuso poi dai Nazisti nel 1931. Immagini atroci, antiche e sbiadite che parlano da sole. E dicono che questa guerra, madre di tutte le guerre moderne, deve restare impressa nella nostra memoria.
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