mercoledì 6 luglio 2022
Svelato il logo del Congresso mondiale di filosofia di Roma 2024. Il presidente Sfi: «L’acquedotto indica lo scorrere ininterrotto del pensiero»
Spinelli: «Filosofia, un fiume che disseta ogni sponda»

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«Il logo rappresenta, in forma stilizzata, un acquedotto, prodotto architettonico immediatamente riconoscibile nel territorio della città come anche in altri luoghi storicamente legati a Roma, ma allo stesso tempo simbolo di uno scorrere ininterrotto del pensiero filosofico, in grado di evitare le chiusure per muoversi invece come una benefica corrente per toccare sponde sempre nuove e diverse, in nome di un’apertura globale su cui il Congresso vuole fondare il suo asse portante». A illustrare il significato del logo del Congresso mondiale di filosofia, la grande assise internazionale che sarà ospitata a Roma nell’estate nel 2024 e della quale 'Avvenire' è media partner, è il presidente della Società filosofica italiana (Sfi), Emidio Spinelli. Che precisa: «Quella del logo è stata una gestazione lenta, ma poi condivisa nel suo risultato finale, tanto a livello dell’Italian Organizing Committee quanto all’interno dello Steering Committee della Fédération internationale des sociétés de philosophie (Fisp). Ciò che volevamo portare in primo piano è un elemento che fosse immediatamente capace di assicurare un legame con la città, un richiamo alla sua storia e all’identità che essa ha assunto nel corso dei secoli; doveva però essere un elemento che sapesse allo stesso tempo evidenziare una caratteristica a nostro avviso cruciale per il senso stesso dell’impegno filosofico, capace insomma di enfatizzarne la mobilità, la natura dinamica e mai statica, il suo fluire costante».

Quale significato riveste per la comunità filosofica italiana il Congresso mondiale di filosofia?

Credo che questo appuntamento possa avere una valenza davvero cruciale per l’intera comunità filosofica del nostro paese. Anche un mero dato 'statistico', del resto sembra immediatamente confermarlo: sarà infatti la prima volta, in 125 anni, che il Congresso si svolge a Roma, senza dimenticare che questo sarà il quarto dei Congressi Mondiali ospitato dall’Italia – dopo quelli di Bologna nel 1911, di Napoli nel 1924 e di Venezia nel 1958. Siamo l’unico Paese al mondo a vantare questo primato, un riconoscimento da parte della comunità filosofica internazionale, mi pare, dell’importanza del contributo che l’Italia ha dato e può dare al dibattito filosofico globale. La prima risposta dei vari at- tori, accademici e scolastici, del nostro panorama filosofico si è rivelata soddisfacente: all’interno dell’Italian Organizing Committee, infatti, sono rappresentate tutte le 'anime' e tutte le Istituzioni legate alla ricerca e alla didattica in ambito filosofico, con un coinvolgimento, che dovrebbe assicurare una gestione efficace in vista dallo svolgimento dell’evento, dal 1° all’8 agosto del 2024, presso il Campus della Sapienza Università di Roma, Ateneo ufficialmente coinvolto grazie alla firma, nell’aprile del 2021, di un Memorandum of Agreement con la Fédération internationale des sociétés de philosophie e la nostra associazione.

Quali sono le ricadute accademiche, culturali e sociali di un evento planetario come il Wcp?

La dimensione planetaria non è solo, ovviamente meramente, geografica, ma mette subito in gioco la volontà espressa dal titolo stesso del Congresso, “La filosofia attraversa le frontiere”: superare qualsiasi punto di vista ristretto, angusto, auto-referenziale. Insomma, durante questa settimana di full immersion non si parlerà solo dei vari temi presenti nel dibattito filosofico mondiale, pur rilevanti e decisivi per una reale compenetrazione di sguardi culturali diversi e talora perfino distanti, ma lo si farà chiamando in causa sfere altre, in un clima di feconda “ibridazione”. Questioni legate alle scienze, più o meno “pure”, a partire dalle sfide della ricerca medica; alle dinamiche economiche e al mondo imprenditoriale; alle ricadute tecnologiche e di sostenibilità; agli equilibri, e agli squilibri, sociali; agli intrecci della vasta galassia dell’informazione: questi saranno solo alcuni degli scenari rispetto a cui la riflessione filosofica si porrà in dialogo, sempre rivendicando le proprie specificità, ma con un atteggiamento di apertura e di proficua cooperazione internazionale, con l’intento di creare legami di lunga durata, al di là e contro ogni settoriale o violenta rivendicazione di supremazie culturali, politiche o perfino militari. Se lo sfondo “accademico” potrà utilmente illuminare l’insieme di queste esigenze ispirate al rispetto della diversità e alla convivenza di punti di vista plurali, vorrei aggiungere un ulteriore, imprescindibile desideratum che si vorrebbe veder realizzato durante il Congresso: un forte coinvolgimento delle giovani generazioni, invitate a prendere la parola e a trarre il massimo beneficio da un clima di fatto caratterizzato dal multiforme (e non certo quantitativamente scarso, visto che si prevede un numero di presenze vicino ai 5mila partecipanti), concomitante, quotidiano scambio con realtà provenienti da tutte le parti del mondo. Questo vorrebbe essere anche il modo in cui declinare un’idea di politica che non si impone dall’alto, ma nasce e si sviluppa nella e con l’interazione dal basso, fin dal primo formarsi di una coscienza civile e solidale.

È notevole anche la sfida organizzativa e logistica che comporta.

Un evento come il Congresso mondiale di filosofia, con i numeri che lo caratterizzeranno (nella speranza di un pieno superamento dell’emergenza sanitaria), pone problemi organizzativi, logistici, perfino diplomatici assolutamente rilevanti e la cui gestione richiede oculatezza, senz’altro, ma anche risorse. Da questo punto di vista abbiamo iniziato una prima interlocuzione con varie istituzioni, in particolare con il Comune di Roma, la cui risposta è stata già estremamente positiva e fattiva. Sono stati già individuati, infatti, luoghi di particolare bellezza e significato storico (cito solo un paio di esempi: lo spazio scenograficamente unico del Palatino o la splendida Sala della Promototeca in Campidoglio), che saranno messi a disposizione dall’Amministrazione capitolina, affinché il Congresso possa uscire dalla dimensione del campus universitario e aprirsi, per alcuni specifici eventi, alla bellezza di Roma, al suo innegabile fascino storico, culturale, urbanistico, architettonico. Oltre a un iniziale, positivo contatto e scambio già avvenuto con la Segreteria di Sato vaticana, la direzione verso cui intendiamo muoverci non può non comprendere, però, anche il coinvolgimento di interlocutori del mondo imprenditoriale privato, soprattutto nella speranza che da parte loro possa essere colto il valore aggiunto che un Congresso mondiale mette in moto. Da questo punto di vista voglio citare una collaborazione già avviata, con grande e reciproca soddisfazione, fra la Società filosofica italiana e la struttura People and Organization del Gruppo Enel, che ha portato alla realizzazione di eventi di formazione pensati all’interno delle esigenze dell’azienda, ma sempre anche in vista della dimensione filosofica congressuale. L’auspicio, per nulla celato e che vorrei anzi qui rilanciare, è che si possano trovare altre realtà private in grado di cogliere, apprezzare e sfruttare le indubbie potenzialità che il Congresso metterà in moto.

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