mercoledì 1 agosto 2012
L’azzurra non entra in gara e fatica a stare dietro anche alla giovane Franklin (quarta). «Nessuno di noi è arrivato qui in forma. Non ero da medaglia, ma non ho rimpianti. Spero di rifarmi alla prossima Olimpiade». L’oro all’americana Schmitt.
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A fondo, clamorosamente, con tristezza nella finale verità. E, probabilmente, stavolta sarà difficile risollevarsi per Federica Pellegrini, che ieri è finita quinta, lontana dal podio nella “sua” finale dei 200 stile libero, specialità nella quale difendeva l’oro olimpico di Pechino e nella quale è campionessa iridata e detentrice del record mondiale. Invece, l’hanno battuta le sue rivali, staccandola impietosamente. Non perdeva dal 2008, le hanno preso l’oro e il record olimpico. Ha vinto l’americana Allison Schmitt, che ha nuotato in 1’53’’61, seconda la francese Camille Muffat, terza l’australiana Bronte Barratt. La Pellegrini non è mai stata in gara, distaccata dalla mostruosa statunitense Schmitt, dalla fortissima nizzarda Muffat, che all’oro a questi Giochi nei 400 stile libero aggiunge l’argento nei 200, dall’australiana Barratt e dall’altra americana, il baby talento Missy Franklin, che ha già vinto l’oro nei 100 dorso. Ottava alla prima frazione, Federica ha rimontato tre posizioni, ma alla quarta vasca era troppo in ritardo rispetto alla Schmitt, che con una nuotata imperiosa l’ha letteralmente annientata. Negli ultimi 50 metri ha provato a recuperare terreno, ma non è riuscita nemmeno ad agganciare la statunitense Franklin (1’55’82), quarta. Per vincere ieri serviva un tempo inferiore a quello della semifinale, Fede ci ha messo 1’56”73. I presagi erano foschi. Lunedì sera la Pellegrini si era qualificata vincendo sì la sua batteria, ma finendo con il quarto tempo nella classifica finale. Una qualificazione che faceva ben sperare, anche se le tre rivali più pericolose erano nell’altra batteria e avevano tutte ottenuto tempi migliori del suo. E nella mattina di ieri era andato letteralmente a fondo, nelle eliminatorie dei 100 stile libero, il trentenne fidanzato Filippo Magnini, terminato diciottesimo e fuori dalle semifinali. Infuriato, aveva lasciato la vasca, accusando il tecnico federale di entrambi Claudio Rossetto di aver sbagliato completamente la preparazione olimpica dei velocisti. Tensione che si aggiungeva a tensione e sullo sfondo le accuse anche a presunte distrazioni della coppia - che ama stare sotto i riflettori - e i quattro allenatori cambiati in nemmeno due anni dopo la morte del mentore Castagnetti. Lei ci ha messo del suo facendo capire alla vigilia, dopo la delusione dei 400 metri, che si era lasciata prendere dallo sconforto e lasciando intravedere, esprimendo il desiderio di passare un anno lontano dalla competizioni, la possibilità di un ritiro. Pur se non favorita, era considerata da podio, ma una vittoria non avrebbe stupito nessuno perché la sua già lunga, comunque strepitosa carriera è costellata di autentici prodigi agonistici consumati in 24 ore. Ma, stavolta, Fede non è riuscita a spegnere i cattivi pensieri e ha nuotato pesante, stanca, come volesse togliersi un peso. Sapeva che per vincere serviva che il cronometro finisse sotto i livelli raggiunti in vasca un anno fa a Shanghai, quando l’azzurra aveva bissato il titolo iridato di Roma con 1’55”58. Ha avuto ragione. Prima della gara lei temeva soprattutto la Franklin. E, invece, è stata Allison Schmitt a chiudere la sua parabola olimpica e un quadriennio di vittorie. Federica aveva annunciato che avrebbe nuotato fino a farsi staccare le braccia. Aveva garantito che ci avrebbe messo testa e cuore in questa finale decisiva per la sua vita, non solo quella di atleta. Invece è sembrata fuori gara, scarica. «Purtroppo non siamo arrivati a questa Olimpiade in forma adeguata. Filippo ha evidenziato il problema della preparazione? Ha fatto bene. Nessuno di noi è arrivato qui in forma – ha confessato –. Ora penso alla staffetta». Ce l’ha messa tutta, ma le avversarie sono sembrate dannatamente troppo forti. Com’era lei otto anni fa, quando la sua stella cominciò a brillare. Ieri sera non le è riuscito l’ennesimo miracolo sportivo, forse non è riuscita a sgomberare la testa e a ritrovare la campionessa che era quattro anni fa. Ora non è il tempo delle polemiche, l’Italia sportiva può solo inchinarsi alla sua carriera favolosa. Ma otto anni a livelli straordinari l’hanno logorata, ora è tempo di scegliere se continuare o far scendere il sipario su una stagione irripetibile. «L’ultimo anno? Io rifarei tutto – ha detto Federica a caldo –. Un’altra Olimpiade? Spero di sì. Per fortuna non è il prossimo anno». Questo intanto è l’anno della “chiacchieratissima” cinese Ye, ieri un altro oro nei 200 misti: spazio ancora ai sospetti.
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