sabato 22 marzo 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
Parlare delle aperture che CL ha vissuto dal 1963 in poi con molti Paesi dell’Est europeo, al di là della Cortina di ferro, significa narrare alcuni tra gli episodi più interessanti della storia del movimento di quel periodo. Colpisce la gratuità con cui quei ragazzi, ventenni o poco più, superavano le difficoltà gravissime imposte da frontiere ermeticamente chiuse alla ricerca di persone di cui non avevano che poche e frammentarie notizie. Solamente per affermare l’ecumenicità di ciò che avevano incontrato. Ciò che li muoveva non era soltanto il desiderio di comunicare ciò che avevano visto nel movimento, ma più ancora la passione di scoprire come fosse possibile vivere la fede in quelle condizioni tremende, in quell’assenza quasi assoluta di libertà.Eppure quei ragazzi, come documentano i racconti freschissimi dei loro viaggi, non avevano paura. Forse giovava loro l’incoscienza dell’età. Comunque, quasi senza saperlo, scrissero alcune tra le pagine più belle e feconde della storia del movimento. Pagine che sanno di viaggi notturni, di ore e ore passate sui treni, abbandonati su sedili scomodi, con il timore di essere scoperti o che fossero trovati nelle valigie quelle Bibbie, quelle immaginette, quei libri che immancabilmente padre Scalfi aveva affidato, affinché fossero consegnati ad altri corrieri, che li avrebbero introdotti in Unione Sovietica [...]. A metà degli anni sessanta c’erano nel movimento due gruppi che incominciavano a interessarsi della realtà della Chiesa nell’Est Europa, uno a Milano, un altro a Forlì nato intorno a don Ricci.
Don Francesco RicciDon Ricci è stato, nella seconda metà degli anni sessanta e durante tutti gli anni settanta, il grande attore del dialogo del movimento con personalità della Chiesa dell’Est [...]. Nel 1968 arrivò a creare una rivista che diffuse a lungo in Italia – unico esempio in tutto il Paese e forse anche in tutta Europa – testi di scrittori e giornalisti dell’Europa orientale. La rivista, espressione del Centro studi Europa orientale, si chiamerà “Cseo Documentazione”. Voleva offrire una documentazione diretta dell’attualità della Chiesa cattolica nei Paesi dell’Est europeo e colmare una lacuna evidente nell’informazione italiana, mediante la pubblicazione degli articoli più significativi che apparivano sulla stampa cattolica dell’Europa orientale. Don Ricci, infatti, era profondamente convinto che la cosiddetta “Chiesa del silenzio” aveva da offrire un’esperienza e una testimonianza di estrema importanza [...].Fu proprio per iniziativa di Ricci e attraverso la redazione forlivese di “Cseo Documentazione” che cominciarono ad essere conosciuti nel nostro Paese autori come Karol Wojtyla, Jozef Zverína, Stanislaw Grygiel, Józef Tischner, Václav Havel, Radim Palouš [...]. La documentazione avveniva attraverso la traduzione in italiano di articoli significativi della stampa di regime e di testi clandestini [...].
PoloniaCarlo Buora, studente di ingegneria [...], decise di fare uno stage di due mesi in Polonia. Era il 1966: «Don Giussani mi aveva raccomandato di andare a Czestochowa, a pregare la Madonna, e don Ricci mi aveva dato i nomi delle persone da visitare». Tra questi, Turowicz e Wilkanowicz, direttori di due riviste create dal Club degli intellettuali cattolici. «A Cracovia – prosegue Buora – [...] mi prese il terrore che i contatti di Ricci non fossero affidabili e che in qualche modo potessi mettermi nei pasticci. Mi venne in mente che la gerarchia ecclesiastica in Polonia era fedele e che avrei potuto rivolgermi ad essa. L’arcivescovado era a pochi passi dalla redazione, vi entrai, chiesi di vedere il vescovo. Mi fu detto di ripresentarmi una ventina di minuti più tardi. Fui ricevuto da Wojtyla, nominato arcivescovo di Cracovia due anni prima. Gli spiegai che esisteva a Milano un movimento, nelle scuole superiori, che ne ero parte, che ero venuto in Polonia a conoscere la Chiesa. Dissi che volevo incontrare queste due persone e che avrei voluto sapere da lui se potevo fidarmi. Wojtyla mi rispose: “Si fidi di loro come di me stesso”» [...].
Cecoslovacchia«Alle frontiere della Cecoslovacchia si rischiava veramente tanto». È Roberto Scapaticci a parlare: «Padre Scalfi, che su queste cose era testardo come un mulo trentino, ci aveva dato una valigia di stoffa scozzese chiusa con la cerniera, piena di Bibbie e santini in russo da lasciare nelle chiese. Sale il doganiere e dice: “Quella lì”, indicando proprio quella scozzese [...]. Questo prende la valigia, la apre, vede soltanto Le storie del buon soldato Švejk. Scoppia in una fantastica risata e richiude tutto» [...]. Nel primo viaggio, durante la Settimana Santa del 1968, c’erano Massimo Guidetti, Carlo Buora, Rosalba Mozzati, Walter Ottolenghi e Tonino Setola. «Tutto iniziò da lì. Tonino Setola aveva organizzato quel viaggio con le agenzie ufficiali», racconta Ottolenghi. «In un suo viaggio di qualche mese prima Tonino aveva notato che la guida del gruppo di italiani si faceva il segno della croce ogni volta che entrava a visitare una chiesa. Era sì una guida dell’agenzia di Stato, ma quel gesto lo fece riflettere… voleva forse comunicare qualcosa? Si chiamava Ružená Ružicková» [...]. «Con l’aiuto di Ružená e dei suoi compagni di università, nel giro di pochi giorni, fummo presentati a tutti i gruppi, cattolici e laici, intellettuali e casalinghe, che stavano sostenendo la fioritura della Primavera di Praga [...]. A Pasqua salimmo con i ragazzi di padre Reinsberg, parroco del Týn, sulla torre della cattedrale della Città vecchia, per sciogliere le campane della Resurrezione. Era la prima volta, dopo vent’anni, che quelle campane riempivano del loro suono i portici e i tetti della Città d’oro» [...].
Padre Romano Scalfi e Russia CristianaUn posto particolare tra gli amici e i collaboratori di don Giussani deve essere riconosciuto a padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana. [...] Il primo contatto con don Giussani avviene nell’autunno del 1957, in via Statuto. Russia Cristiana era appena nata; la sua fondazione infatti risale al primo ottobre di quell’anno. Padre Scalfi [...] aveva iniziato un centro studi con lo scopo di «far conoscere al pubblico italiano la ricchezza della cultura russa premarxista». Dal 1960 Russia Cristiana inizierà a pubblicare una rivista che farà conoscere ai suoi lettori gli aspetti più caratteristici della tradizione bizantina, documentando la drammatica lotta antireligiosa del comunismo in Russia [...].Verso la fine degli anni sessanta, Russia Cristiana – e attraverso di essa tutto il movimento – fu toccata dall’esperienza del samizdat, la letteratura clandestina russa che arrivava per strani canali in Occidente ed era l’espressione di una rinascita religiosa e laica in Russia. Annota Dell’Asta: «In quegli anni si parlava della Chiesa dell’Est come della “Chiesa del silenzio”. Il lavoro di Russia Cristiana, invece, documentava che quella Chiesa non taceva; eravamo noi in Occidente che non sapevamo ascoltare. C’erano, al di qua della cortina, diversi centri come il nostro, ai quali il materiale arrivava clandestinamente e veniva poi inviato agli enti consociati». Grande è stato l’interesse di Russia Cristiana per la persona di Aleksandr Solženicyn e per la sua opera, verso cui grande era la disistima della cultura italiana. Russia Cristiana ha così svolto il compito fondamentale di mettere in contatto migliaia di persone con quello che Giovanni Paolo II avrebbe chiamato «l’altro polmone dell’Europa» [...].Padre Scalfi è stato anche un grande viaggiatore, fin tanto che la Cortina di ferro glielo ha permesso. Nel 1970, dopo quattro viaggi semiclandestini, viene dichiarato “persona non gradita”. Per vent’anni gli fu negato il visto d’ingresso. Racconta: «Siamo stati noi i primi ad andare in Russia, nel 1960. Eravamo otto, con due macchine. Cercavamo di seminare la guida che ci era stata assegnata e di visitare di nascosto i villaggi e le persone. Iniziarono così dei contatti che sarebbero poi proseguiti e potemmo avere una visione concreta della vita reale in Unione Sovietica. Portavamo libri, vangeli, tutto quello che era possibile».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: