giovedì 10 ottobre 2013
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All’ingresso della Buchmesse il padiglione brasiliano è un tripudio di minimalismo razionalista: amache come nella foresta, biciclette come nelle metropoli e mirabolanti soluzioni di design. Per scovare l’autore di massimo successo oggi nel Paese, però, bisogna raggiungere lo stand, non meno accattivante, in cui l’ospite d’onore di questa 65ma edizione della Fiera del libro schiera il meglio della sua produzione. Qui, un po’ defilati nell’espositore di Globo - un colosso fra gli editori della nazione-continente - spuntano i libri di padre Marcelo Rossi, il dinamico sacerdote di origine italiana che riempie gli stadi con le sue spettacolari liturgie. A fianco di Agape, da molti indicato come il libro brasiliano più venduto di tutti i tempi, ci sono la versione per ragazzi, Agapinho, e il più recente Kairos, che per tutta l’estate ha contesto al Dan Brown di Inferno il primo posto nella classifica dei bestseller carioca. Lo schema seguito da padre Marcelo è sempre lo stesso: qualche versetto della Scrittura e poi un commento di forte impatto emotivo.La Bibbia, appunto. Se si fa eccezione per il fenomeno legato ai libri di papa Francesco (ma nello stand gestito dal Governo di Buenos Aires si fatica a trovare traccia dell’argentino più famoso del mondo…), va a finire che la novità straordinaria della quale gli esperti del settore lamentano quest’anno la mancanza è sostituita dal libro che Gutenberg volle stampare per primo e che adesso gli eredi digitale del vecchio pioniere presentano in formati sempre più fantasiosi. Basta fare quattro passi nel settore di lingua tedesca ed ecco che ci si trova a contemplare Bibbie in formato tascabilissimo e altre rilegate come gli sciccosissimi taccuini Moleskine. Ai più giovani è destinata la Basic Bibel, una sgargiante brossura che offre Nuovo Testamento e Salmi con l’aggiunta di estensioni multimediali per smartphone e affini. Vengono incontro ai nostalgici i tipografi di Hong Kong, abilissimi e aggressivi, che sfornano Bibbie d’epoca in facsimile, nella classica versione inglese di Re Giacomo e con tanto di lista delle nascite e delle morti da compilare a mano, proprio come si usava una volta.Ancora nella zona tedesca, a poca distanza dalle Bibbie ipertecnologiche, si trova l’avamposto di quella che, a colpo d’occhio, alla Buchmesse è la presenza religiosa più significativa insieme con il cristianesimo. Espressione dell’Ahmadiyya Jamaat (una delle più popolose comunità musulmane "riformate"), la Verlag der Islam propone le opere della guida spirituale Hazrat Mirza Ghulam Ahmad, autore fra l’altro di un saggio su Gesù in India, e versioni del Corano in 130 lingue, sempre rigorosamente con l’originale arabo a fronte. Versante indubbiamente vivace, questo dell’editoria musulmana, che però si presenta frammentato in una costellazione di piccoli stand, senza quel coordinamento che caratterizza invece le sigle cattoliche ed evangeliche, coalizzate negli stand delle rispettive associazioni. La rappresentanza più nutrita è proprio quella cattolica, che alla Buchmesse schiera tutti i finalisti del premio di letteratura giovanile vinto quest’anno da Tamara Bach con il romanzo Was von Sommer übrig ist ("Quel che resta dell’estate"), mentre la Vier-Türme Verlag, sigla editoriale del monastero benedettino di Münsterschwarzach, mostra orgogliosa le opere di Anselm Grün, autore popolarissimo anche in Italia. Da parte sua la protestante Chrismon sottopone ai visitatori della Buchmesse un quiz sulla vita e gli insegnamenti di Martin Lutero (in palio c’è un viaggio nei luoghi del Fondatore). Meno impegnative le proposte di un’altra casa editrice evangelica, la Neukirchener Aussaat, che ha in catalogo un gioco di carte pensato per migliorare le relazioni interpersonali: ne esistono diverse versioni, su argomenti che vanno dalla vita quotidiana all’Avvento.I temi religiosi latitano, invece, nel decentrato padiglione 8, quartier generale dell’editoria di lingua inglese. L’impressione, in questo caso, è che l’ormai estinta moda del New Age abbia ceduto il posto a un sincretismo più o meno consapevole. Non mancano, a volerle cercare, le curiosità stimolanti, come quella di Laitman Kabbalah Publishers, con sede nell’imprevedibile Toronto e stretti contatti anche con l’editoria italiana. In mezzo ai trattati di mistica ebraica è esposto The Khabbalist, singolare "romanzo cinematografico" ispirato alla vita del maestro Baal Ha-Sulam. Meglio non far sapere che invece, nello stand fiammingo, l’unica "bibbia" pervenuta è un manuale per il make-up perfetto.

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