Santa Lucia invita tutti al primo passo verso il prossimo
La peregrinatio in Sicilia della santa, segno di speranza

Pubblichiamo la prefazione del cardinale Marcello Semeraro al libro Sulle orme di Lucia (San Paolo, pagine 192, euro 18,00). Curato dai giornalisti Salvatore Di Salvo e Alessandro Ricupero, racconta la figura della santa e il ritorno in Sicilia dopo secoli. Il libro vuole far riscoprire la libertà e il coraggio di Lucia attraverso le testimonianze di vescovi, sacerdoti e laici che hanno vissuto la peregrinatio della santa come segno di grazia e di speranza. Il volume contiene anche la Lettera inviata nell’occasione da papa Francesco alla Chiesa di Siracusa.
Un evento storico: la visita dell’insigne reliquia del Corpo di santa Lucia, custodita a Venezia, nelle diocesi di Siracusa, Acireale e Catania dal 14 al 30 dicembre 2024. Il lavoro di Salvatore Di Salvo e Alessandro Ricupero è unico nel suo ripercorrere la peregrinatio nelle tre diocesi siciliane e l’incontro con migliaia di fedeli e devoti. In tanti avete camminato con Lucia. E proprio papa Francesco, all’inizio della sua bella lettera inviata il 13 dicembre 2024 alla Chiesa di Siracusa, scrive che nel movimento che santa Lucia ha fatto da Venezia a Siracusa, e cito letteralmente, «si riflette il mistero di un Dio che fa sempre il primo passo e che mai chiede ciò che Lui stesso non è disposto a fare». Ecco la prima immagine del Papa: Dio che verso di noi fa il primo passo. Questo primo passo di Dio noi abitualmente lo chiamiamo grazia, è un primo passo che concretamente poi è stato possibile toccare, vedere, è Gesù. E il Papa aggiunge: «Santa Lucia viene da voi, perché voi stessi siate uomini e donne del primo passo, figlie e figli di un Dio che si fa incontro». Mi sembra che queste sue parole facciano eco alla lettera pastorale che il vostro arcivescovo ha scritto per l’anno celebrato sotto lo sguardo di santa Lucia. La tradizione narra che, il 5 febbraio del 301, ella si recò a Catania presso il sepolcro della martire Agata e invocò la sua intercessione perché il Signore guarisse la sua mamma ammalata. E fu in quella occasione che la martire catanese le apparve in sogno e le disse: «“Sorella mia Lucia, perché mi chiedi quello che tu stessa puoi donare a tua madre. Anche tu, proprio come me, subirai il martirio per la tua fede in Cristo”. E Lucia, grata per la guarigione della mamma, tornò piena di gioia a Siracusa». Ma non molto tempo dopo, la drammatica profezia di sant’Agata si avverò e Lucia fu anche lei martirizzata, come sapete, il 13 dicembre del 304. E anche questa presenza in qualche maniera vuole essere un ricordo di quell’evento. I nomi delle due martiri, sant’Agata e santa Lucia, la Chiesa li ha indissolubilmente uniti nel canone della Messa, sicché un monaco anglosassone, vissuto nel VII secolo, sant’Aldelmo di Malmesbury, scriveva: «Non siano mai separate negli elenchi delle vergini martiri, quelle che, generate presso il popolo siciliano, insieme si rallegrano nella gloria celeste». Riguardo a santa Lucia, c’è un’espressione di lode scritta da san Bartolomeo, detto il giovane, un santo calabrese dell’XI secolo, un pregevole innografo di tradizione bizantina. Dice una parte di questo lungo canone: «O gloriosa e santa Lucia, l’illustre città di Siracusa ti onora come un giglio fragrante, adornata come sei della bellezza della verginità, con essa e con il tuo martirio tu profumi tutto l’universo». Il lavoro dei curatori di questa pubblicazione ripercorre il viaggio della Santa della Luce, insieme alle testimonianze di chi ha accompagnato la martire nel suo cammino siciliano Ed è una proposta per essere tutti noi oggi uomini e donne del primo passo, figli e figlie di un Dio che si fa incontro. Non aspettare che gli altri vengano da noi. Credo ci sia una spiegazione molto saggia dell’incontrarsi: ci si incontra perché ci si vuole bene, altrimenti c’è lo scontro, c’è l’opposizione. Nel mio servizio di Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, mi accade spesso di imbattermi in storie di santi e sante che si incontrano. Non soltanto nel sogno, come è accaduto tra santa Lucia e sant’Agata, ma si incontrano pure durante la loro vita terrena. Santi che si incontrano e che incontrandosi si fanno reciprocamente del bene, si aiutano e fanno del bene agli altri. In tale contesto diventa urgente fare crescere quella cultura dell’incontro di cui tanto spesso parlava papa Francesco. Tante cose le vediamo ma poi le dimentichiamo, non le abbiamo guardate perché non ci importa. Se io non guardo e se io non mi fermo, se io non tocco, se io non parlo, non posso fare un incontro, non posso aiutare a fare una cultura dell’incontro. Il nome di santa Lucia è un nome di luce e la tradizione cristiana la invoca protettrice della vista, degli occhi. L’occhio, lo sappiamo, è l’organo della vista. Una preghiera scritta dal vescovo Antonio Bello, più noto come don Tonino, ripete proprio: «Donaci Signore, donaci occhi nuovi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA






