sabato 10 dicembre 2022
Sono state datate al V secolo due chiese, di cui una cattedrale, del regno di Aksum in Eritrea. La ricerca dimostra l’esistenza di tracce precoci di cristianesimo al di fuori dell'Impero romano
Lo scavo delle chiese di epoca axumita ad Adulis, nell'odierna Eritrea

Lo scavo delle chiese di epoca axumita ad Adulis, nell'odierna Eritrea - Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana / Antiquity

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Un gruppo di archeologi ha realizzato un’importante scoperta che riguarda la diffusione del cristianesimo nel Regno di Aksum, una grande antica potenza dell’Africa nord-orientale. Le ricerche infatti, hanno datato con precisione due chiese che vennero costruite poco dopo la conversione degli aksumiti al cristianesimo e tra l’altro risultano essere tra le più antiche di quella regione d’Africa.

Il regno axumita governava gran parte del Corno d’Africa settentrionale nel primo millennio dopo Cristo e si estendeva dall’Etiopia all’Arabia, proprio nel periodo in cui si sviluppava l’Impero Romano. Il capo axumita, il re Ezana, si convertì al cristianesimo nel IV secolo dopo Cristo, ma pur avendo trovato indizi di chiese risalenti a quel periodo, fino ad oggi non ve ne erano datate con certezza. Ora grazie agli studi di Gabriele Castiglia, del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, due resti di chiese portati alla luce in prossimità dell’importante porto axumita di Adulis, nell’odierna Eritrea, hanno colmato questa lacuna.

Una è un’elaborata cattedrale, completa dei resti di un battistero, che si trova vicino al centro della città e fu scavata per la prima volta nel 1868. L’altra, ritrovata per la prima volta nel 1907, si trova ad est della prima e presenta un anello di colonne che dimostra che una volta possedeva una cupola.

Dopo oltre un secolo da quando queste chiese furono portate alla luce per la prima volta, gli archeologi sono tornati sul posto per studiare gli edifici con tecniche moderne. Castiglia è riuscito a datare numerosi reperti con il radiocarbonio, così da avere date certe sugli elementi ritrovati. Questi nuovi dati hanno permesso di ricostruire accuratamente la storia delle chiese, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista "Antiquity". Spiega Castiglia: “Questo studio fornisce uno dei primi esempi di chiese axumite studiate con metodi moderni e dati cronologici provenienti da metodi scientifici di datazione e risulta di particolare importanza perché dimostra l’esistenza di tracce precoci di cristianesimo al di fuori dell’Impero Romano”.

La ricerca ha rivelato che la costruzione della cattedrale iniziò tra il 400 e il 535 dopo Cristo. Questo non solo permette di affermare che le chiese sono tra le prime del regno axumita ad essere datate in modo sicuro e di essere tra le più antiche conosciute al di fuori della capitale, ma dimostra una diffusione relativamente rapida del cristianesimo attraverso il Regno di Aksum. “Avere una cronologia precisa di queste chiese è fondamentale per comprendere come il processo di conversione al cristianesimo abbia plasmato l’area geografica”, ha affermato Castiglia.

È comunque fondamentalmente sottolineare che gli edifici mostrano che la diffusione del cristianesimo non fu il risultato di un semplice “mandato” del re Ezana, in quanto le chiese possiedono elementi di molte tradizioni, che riflettono diverse influenze che possono aver determinato la conversione del Regno. La chiesa a cupola, ad esempio, è unica nel regno axumita, ma sembra essere ispirata alle chiese bizantine, anche se la cattedrale è costruita su una grande piattaforma nella pura tradizione axumita. Le chiese possono anche far luce sul successivo arrivo dell’Islam. Adulis conobbe un periodo di graduale decadenza e le chiese finirono in disuso. Tuttavia, stando alla scoperta di Castiglia esse vennero utilizzare come luogo di sepoltura musulmano. E l’uso continuato degli spazi sacri esistenti potrebbe anche indicare che la conversione della regione all’Islam fu un fenomeno multiculturale, con usanze locali mescolate alla nuova religione.


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