
Massimo Gandolfini con Iacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, in piazza a Roma
No all’aborto, al suicidio assistito, all’eutanasia, alla fecondazione artificiale e all’utero in affitto. È il coro del corteo della manifestazione per la vita che è sfilato per le strade di Roma sabato 10 maggio. Oltre 10.000 persone da tutta Italia sono partite da piazza della Repubblica e sono arrivate a via dei Fori Imperiali. Tra di loro, anche moltissimi giovani.
Una distesa colorata di palloncini, bandiere, tamburi, striscioni e cartelloni. Al centro, «la difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale». Il corteo è stato ostacolato per diversi minuti da una contestazione di una decina di femministe, ma poi è ripreso regolarmente. Sul palco allestito a via dei Fori Imperiali è stato letto il messaggio del presidente della Camera Lorenzo Fontana, che ha sottolineato l'urgenza di «una riflessione ampia e partecipata sul valore della vita e sulla necessità di assicurarne la tutela in ogni sua fase». Fontana ha poi evidenziato la gravità della crisi demografica italiana: «Il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione rendono sempre più insostenibile il sistema pensionistico e sanitario». Ha quindi invitato le istituzioni ad agire con decisione per «favorire le condizioni politiche e culturali in grado di arrestare il declino demografico».
Sulla stessa scia i portavoce della manifestazione, Massimo Gandolfini e Maria Rachele Ruiu, che hanno chiamato un applauso per Papa Leone XIV, dal quale poi durante il Regina Coeli di domenica è arrivato un apprezatissimo saluto. «Siamo molto contenti che la manifestazione si sia svolta appena due giorni dopo l’elezione – hanno detto –. Siamo certi che il Pontefice difenderà la dignità umana in ogni fase della vita», in continuità con Francesco, che l’anno scorso inviò un messaggio, come è stato ricordato dai portavoce.

Sul palco è stato proiettato un tweet che Prevost pubblicò il 21 marzo 2015, quando partecipò da vescovo a una marcia per la vita a Chiclayo, in Perù. «Difendiamo la vita umana in ogni momento», scrisse il futuro Papa in quell’occasione. «L’elezione ci ha infuso grande speranza – ha sottolineato Antonio Brandi, presidente di Pro vita & Famiglia –. Il nuovo Papa lo sentiamo come uno di noi». Gandolfini ha anche commentato la decisione del Governo di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge della Regione Toscana sul suicidio assistito. «È impensabile che una regione legiferi su un tema così delicato – ha dichiarato -. La nostra posizione è quella di fermare tutte queste derive di legalizzazione del suicidio assistito e di incentivare le forze politiche perché sostengano le pure palliative. Ogni dolore può essere curato».
Insieme ai portavoce sono intervenuti sul palco anche Maurizio Marrone, assessore della Regione Piemonte e promotore del “Fondo Vita Nascente”, Livia Tossici-Bolt, attivista condannata a due anni di carcere in Inghilterra per aver sostato silenziosamente davanti a una clinica abortiva, ed Emanuel Cosmin Stoica, giovane paraplegico che ha denunciato la deriva eugenetica che colpisce i più fragili con aborto ed eutanasia. «È un miracolo che io sia vivo – ha raccontato –. Sono nato con una malattia rara. Non cammino e ho bisogno sempre di assistenza. Tuttavia sono felice. E non perché la mia vita sia facile, ma perché la sento mia. Purtroppo viviamo in un mondo che ha paura del dolore – ha aggiunto –. Se c’è una cosa che non perderò mai è la speranza, insieme alla gratitudine nei confronti della mia famiglia».

A fianco a lui, sul palco la sua fidanzata Anita. Dopo il suo intervento, in maniera del tutto inaspettata, le ha chiesto di sposarla davanti a tutti. E lei, commossa, ha accettato, mentre la piazza esplodeva in un applauso. È stato uno dei momenti più toccanti della manifestazione, insieme alla testimonianza di Aurora, una giovanissima mamma. Quando ha scoperto di essere rimasta incinta è stata ricoverata al pronto soccorso per un attacco di panico che non riusciva a controllare. Le sue colleghe volevano convincerla ad abortire. «Mi dicevano che sarebbe stata la “scelta giusta”, sia per me sia per il bambino – ha raccontato –. Per fortuna, sono cresciuta in una famiglia cristiana. Ho ricevuto anche tanto sostegno dal mio ragazzo. In un Centro di aiuto alla vita ho poi conosciuto due angeli, Titti e Francesca, che mi hanno aperto definitivamente gli occhi e mi hanno aiutato a buttare via tutte le paure». Aurora è diventata mamma da due mesi. Suo figlio si chiama Edoardo. «Ogni volta che lo vedo, mi viene da piangere – ha concluso –, perché penso a quello che avrei potuto fargli. La vera scelta giusta è stata donargli la vita».