sabato 27 novembre 2021
A Palazzo Marino non passa la mozione della leghista Giovanati contro l’utero in affitto. L'assessore Pd Romani: testo fuorviante. Ma quattro consiglieri dem votano il documento di condanna
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È stata bocciata giovedì 25 novembre dal Consiglio comunale la mozione della consigliera della Lega Deborah Giovanati, presentata in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, per invitare l’aula a esprimere contrarietà alla pratica «dell’utero in affitto» e a condannare «ogni pratica che considera il bambino un prodotto». Una mozione che però ha diviso l’aula, raccogliendo anche consensi e astensioni eccellenti nella maggioranza di centrosinistra, nonostante i mal di pancia della giunta Sala, espressi dall’assessora ai Servizi Civici e Generali Gaia Romani. «È un testo scritto in maniera superficiale e posto in maniera fuorviante – ha spiegato l’assessora del Partito democratico Romani –. Il termine "utero in affitto" è inoltre offensivo e degradante; il nostro ordinamento già prevede la contrarietà all’ordine pubblico della pratica della maternità surrogata».

Un'ccasione persa

«Dal consiglio comunale deve partire un messaggio forte in questa giornata – ha detto Giovanati –. Mi spiace che la giunta di Milano abbia bocciato una mozione che chiede la condanna e la mercificazione di bambini. La cosa ancora più triste è che non si abbia avuto il coraggio di ribadire in questa giornata la contrarietà alla violenza di chi considera la donna come solo un utero riproduttivo».
La mozione è stata bocciata con 13 voti favorevoli e 20 contrari. Molti gli astenuti. Ma il fatto politico che ben quattro esponenti del Pd - Alice Arienta, Roberta Osculati, Rosario Pantaleo e Valerio Pedroni - hanno votato a favore, evidenziando come a Milano nei dem non tutti su argomenti così sensibili la pensano allo stesso modo.
«Nel corso del dibattito aperto in Consiglio comunale sulla mozione della consigliera Giovanati sul contrasto della violenza sulle donne e sui bambini, abbiamo votato favorevolmente perché ci preme ribadire la nostra assoluta contrarietà alla pratica della gravidanza surrogata – hanno detto Arienta e Osculati –. Il testo non è del tutto lineare perché non pone la giusta attenzione sul bambino, che in quanto minore è la figura più debole da tutelare e ci preme metterlo in cima alle nostre attenzioni in quanto non ha voce in capitolo».
«Dobbiamo continuare a fare azione di informazione seria e a portare l’attenzione al di fuori dell’ambito politico – ha aggiunto Osculati –. Altrimenti il tema rischia di rimanere terreno di battaglia solo di chi ha interesse a sostenere la pratica dell’utero in affitto».
«L’essere umano è esso stesso dignità non può essere utilizzato come fine , ma va quindi ribadita la contrarietà alla pratica e posta maggior attenzione al desiderio di genitorialità che deve tenere in conto della dignità degli esseri umani e dei bambini», ha concluso Arienta.

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