mercoledì 24 gennaio 2024
Testimonianze e nuove iniziative hanno accompagnato la presenza del MpV alla tradizionale manifestazione nella capitale francese. E la famiglia di One of Us continua a crescere
Molto numerosa la partecipazione giovanile alla Marcia di Parigi

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Da Place Saint Sulpice a Place Denfert-Rocherau, anche quest’anno, domenica 21 gennaio la Francia ha marciato per la vita insieme a vari amici europei, tra cui il MpV Italiano e la Federazione Europea per la Vita e la Dignità dell’Uomo One of Us.

Una Francia particolarmente giovane, che per qualche ora ha fatto dimenticare l’inverno demografico (1.80 bambini per donna in Francia), ha riempito le strade e le piazze per “prendersi cura dei più vulnerabili, dei bambini nel grembo materno, delle donne incinte in difficoltà, delle persone alla fine della vita”.

“Proteggere il debole, questo è forte” era lo striscione che apriva la marcia, tenuto appunto da giovani. E forse proprio per questo, la manifestazione ha la capacità di attrarre la gioventù: proteggere i deboli, siano essi i bambini concepiti, gli anziani, i malati, i “diversamente abili”, le madri; essere la voce di chi non ha voce; marciare per chi non lo può fare… E non importa se i poteri forti sono o sembrano essere contro i deboli, l’importante è poter testimoniare la dignità di ogni persona.

Lo ha fatto in modo splendido dal palco Francesco, una ragazzo con sindrome di Down: «Sono Francesco, ho 20 anni e sono felice di vedervi tutti qui. Sono felice di vedere tante persone camminare per la vita. Sono felice perché oggi anche voi avete camminato un po' per me. Mi scalda il cuore. So che in Francia le persone come me vengono selezionate nel grembo materno. Alcune persone non vogliono lasciarci vivere. Mia mamma e mio papà mi hanno amato e mi hanno accolto. (…) Io sono felice (…). Sono un uomo come voi, ho un cuore come voi, ho tutto come voi e ho un cromosoma in più! Ho il diritto di vivere come voi. La mia vita è bella anche con la sindrome di Down. La mia vita è bella anche se a volte la disabilità è dura. Amici, dobbiamo continuare a camminare per la vita».

Per il Movimento per la Vita Italiano, che dal 2008 partecipa alla Marcia parigina, ho accompagnato Soemia Sibillo, direttrice del Cav Mangiagalli, consigliere di Federvita Lombardia-Aps, redattrice del Sì alla Vita, organo di stampa del MpV, e con il cuore Marina Casini, presidente di One of Us e del MpV Italiano, impossibilitata quest’anno a partecipare di persona.

«Mi ha colpito molto vedere la partecipazione di tantissimi giovani, non me lo aspettavo. Una marcia educata, rispettosa, ovunque ti giravi trovavi nel tuo vicino un sorriso» ha detto Soemia Sibillo alla sua prima Marcia per la Vita parigina.

Una marcia necessaria per impegnarsi contro la costituzionalizzazione dell’aborto e la legalizzazione dell’eutanasia, che vede in prima linea anche la Fondazione Jerome Lejeune, presieduta da Jean-Marie Le Méné, membro dell’Accademia per la Vita, da sempre accanto agli svantaggiati attraverso la ricerca scientifica.

“IVG: sì alla prevenzione, no alla Costituzione”, ecco un altro striscione per dire, con Nicolas Tardy-Joubert, presidente della Marche pour la Vie, che il popolo della vita «si oppone all'inserimento del “diritto all'aborto” nella Costituzione, che sarà presentato il 24 gennaio all'Assemblea nazionale».

Prevenzione, che ricorda il MpV, viene fatta attraverso i centro di Aiuto alla Vita, che esistono anche se con nomi diversi anche in Francia. «L’unica libertà delle donne a essere minacciata oggi è quella di non poter tenere il proprio figlio», ha continuato Tardy-Joubert.

A sostegno delle donne, gli organizzatori della Manifestazione propongono varie azioni tra cui: uno studio sull’Ivg per comprendere meglio le cause e le conseguenze dell’aborto e la creazione di una “commissione di studi parlamentare” su questo; il rimborso al 100% della maternità, visto che lo stesso è già previsto per l’Ivg; ristabilire un periodo minimo di tre giorni di riflessione prima di ogni Ivg. Nel contempo «Vogliamo il 100% di cure palliative e lo 0% di eutanasia», hanno detto gli organizzatori.

Temi particolarmente cari anche a One of Us, che dal 2013 partecipa fedelmente alla marcia francese, riunendosi per l’occasione con il comitato esecutivo presso la Fondazione Jerome Lejeune, socio della Federazione stessa. One of Us ha confermato il suo impegno nella difesa della vita di ogni essere umano, senza discriminazioni. L’aborto non è un diritto, hanno ricordato i rappresentanti della Federazione che si sono battuti e si stanno battendo a livello europeo perché non venga ingiustamente introdotto nella legislazione europea.

I prossimi appuntamenti di One of Us saranno l’assemblea e la Week for Life di marzo al Parlamento Europeo, con l’accoglienza di quattro nuove associazioni nella famiglia di One of Us, il cambio del comitato esecutivo e la creazione di un Advisory Board, le visite alle associazioni, il Forum Europeo a Cracovia. Insomma la “marcia” per la vita continua nelle singole associazioni.

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