giovedì 6 marzo 2025
Accusata di aver violato la legge che nel 2022 ha introdotto le zone cuscinetto attorno agli ospedali dove si interrompono gravidanze, l’attivista si è opposta alla multa: «Invito solo a dialogare»
Livia Tossici-Bolt con il suo cartello: "Sono qui per parlare. Se vuoi"

Livia Tossici-Bolt con il suo cartello: "Sono qui per parlare. Se vuoi" - Foto Adf-Uk

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«Sono qui per parlare, se vuoi». È la scritta sul cartello – solo quello – costato una denuncia a Livia Tossici-Bolt, 63 anni, ricercatrice medica in pensione di Bournemouth, nell’Inghilterra del sud, accusata di aver violato la buffer zone, la zona cuscinetto istituita dal Comune attorno alla clinica abortiva locale per tenere lontani gli attivisti pro-life. La donna è salita, ieri, sul banco degli imputati del tribunale locale (ci tornerà anche oggi) a rivendicare il diritto alla libertà di espressione. La vicenda risale a novembre 2022 quando la legge nazionale che, l’anno successivo, ha formalizzato le buffer zone nel Regno Unito non era ancora stata presentata. Tossici-Bolt, responsabile di un’associazione di ispirazione cristiana chiamata “40 days for Life”, si era appostata, in silenzio, con il suo cartello nei pressi della clinica del gruppo British Pregnancy Advisory Service dove, in passato, era solita radunare i volontari in preghiera per i bambini non nati. Multata dalle forze dell’ordine per infrazione del divieto comunale a intraprendere in quella zona qualsiasi azione volta a influenzare la scelta di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza, si è rifiutata di pagare.

A nulla è valso il tentativo di spiegare che in quella circostanza diverse donne le si erano avvicinate accettando l’offerta di una conversazione «consensuale» sui dubbi che stavano affrontando dovendo decidere se abortire o meno. Ne è nato un contenzioso legale che si è trascinato fino ad adesso. Assistita dagli avvocati della sede inglese di Adf Intenational, associazione internazionale a difesa della libertà religiosa, la donna chiede oggi che le venga semplicemente riconosciuto il diritto all’espressione garantito dall’articolo 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Dalla sua parte ci sono diversi esponenti dei conservatori britannici, come l’ex sottosegretario Edward Leigh secondo cui «è assurdo che una pensionata debba affrontare un processo solo per aver invitato le persone a una conversazione». «La libertà di pensiero e di parola – ha sottolineato – è il pilastro di una società libera». La legge inglese sulle buffer zone è finita anche al centro di un’intervista a Fox News del vice presidente degli Stati Uniti, JD Vance, che l’ha definita un esempio di come l’ideologia contraria alla vita «possa distruggere la civiltà occidentale».

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