venerdì 14 giugno 2019
Un anno dopo la nascita, nel novembre scorso, delle due gemelline con Dna modificato, che avevano suscitato la reazione negativa della comunità scientifica, forse nasceranno altri bebè manipolati.
In arrivo dalla Russia altri "neonati ogm"
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Da un mese a due anni. È il tempo necessario a tre autorità governative russe, compreso il Ministero della Salute, per l’approvazione del protocollo sperimentale di Denis Rebrikov, biologo molecolare che vuole far nascere bebè geneticamente modificati, utilizzando la Crispr-Cas9, tecnica di editing genetico che sta rivoluzionando il settore.
È la rivista scientifica Nature a darne notizia: Rebrikov propone una variante del contestatissimo esperimento già effettuato in Cina, dove lo scorso anno sono nate due gemelline concepite in vitro e con il Dna modificato in laboratorio dal ricercatore He Jiankui, che voleva "proteggerle" dall’Hiv. L’esperimento russo riguarda sempre lo stesso gene, ma stavolta per impedire che il virus entri nelle cellule: riguarderebbe embrioni destinati all’impianto in donne con Hiv, che non rispondono ai trattamenti farmacologici standard. In questo modo si vorrebbe evitare la trasmissione del virus da madre a figlio. Rebrikov ha già pubblicato un report lo scorso anno in una rivista russa di cui è anche editore, il Bullettin of Rsmu: la procedura è stata applicata a 16 embrioni anomali, allo stato di zigote, con un "successo" del 50%. Lo studioso dirige un laboratorio di gene editing all’interno della più grande clinica russa per la fertilità, il «Kulakov National medical research Center for obstetrics, gynecology and perinatology» a Mosca; è anche ricercatore alla «Pirogov russian national Research medical University», ed è già d’accordo con una clinica moscovita in cui si trattano i malati di Hiv per contattare le donne sieropositive disponibili a partecipare all’esperimento.
Gli esperti sentiti da Nature si sono mostrati perplessi e preoccupati: secondo Jennifer Doudna, tra i pionieri della Crispr-Cas9, questa tecnologia non è ancora sicura, mentre la bioeticista Alta Charo, del Comitato sulla governance del gene editing umano dell’Organizzazione mondiale della sanità, parla esplicitamente di irresponsabilità.
La legge russa, come quella cinese, è ambigua riguardo la manipolazione embrionale. Rebrikov spera ovviamente in un via libera: «Sono abbastanza pazzo da realizzare tutto questo» ha dichiarato a Nature. Il suo collega Konstantin Severinov, genetista molecolare impegnato nella ricerca sul gene editing, è più pessimista, non tanto per gli ostacoli governativi ma per via della prevedibile opposizione della Chiesa ortodossa.

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