lunedì 8 gennaio 2024
In meno di 30 Paesi la Gpa è regolata, in 21 è illegale (tra cui l'Italia) e in altri 30 non ci sono leggi. Il "reato universale" auspicato da papa Francesco può eliminare lo sfruttamento delle donne
Una donna incinta

Una donna incinta - IMAGOECONOMICA

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«La via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio»; lo ha affermato papa Francesco nel discorso dell'8 gennaio al corpo diplomatico. E poi ha definito «deprecabile» la maternità surrogata, «fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre». Tale pratica andrebbe proibita «a livello universale», secondo il Papa.

Un tentativo in questo senso è in corso in Italia, con la legge sulla Gpa come "reato universale" approvata alla Camera il 26 luglio scorso e ora atteso in Senato per il via libero definitivo. Se l'Italia si doterà di questa normativa, la maternità surrogata potrà essere perseguita dai magistrati italiani anche se effettuata all'estero, persino nei pochi Paesi in cui essa è legale.

Sì, perché in realtà non sono molti i Paesi che consentono la pratica che il Papa ha definito come "deprecabile".

Ed ecco l'elenco dei Paesi in cui la Gpa è regolata, oppure libera o, ancora, vietata.

REGOLATA

Sud Africa, Albania, Bielorussia, Cipro, Danimarca, Grecia, Ungheria, Olanda, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito, Russia, Ucraina, India, Israele, Thailandia, Vietnam, Brasile, Colombia, Ecuador, Stati Uniti, Messico, Uruguay, Australia, Nuova Zelanda, Georgia, Ungheria.

ILLEGALE

Germania, Austria, Bulgaria, Spagna, Finlandia, Francia, Italia, Lituania, Lettonia, Malta, Norvegia, Svezia, Svizzera, Arabia Saudita, Azerbaijan, Cambogia, Singapore, Costa Rica, Montenegro, Repubblica Domenicana, Turchia

NON REGOLATA

Algeria, Angola, Benin, Camerun, Ghana, Niger, Nigeria, Uganda, Senegal, Andorra, Belgio, Bosnia Erzegovina, Irlanda, Lussemburgo, Polonia, Romania, Afghanistan, Armenia, Bangladesh, Nord Corea, Sud Corea, Giappone, Nepal, Filippine, Argentina, Porto Rico, Croazia, San Marino, Taiwan, Iran.

Le tre categorie ovviamente meritano qualche spiegazione: la 30ina di Paesi che in assenza di una legge lasciano fare (terza categoria), offrono garanzie di tutela per le donne puramente teoriche. In questa categoria rientra l’Iran, dove, viste le larghe vedute in materia di parità di genere, resta difficile immaginare che senza una proibizione esplicita ci possano essere tutele per la madre surrogata. O come la Nigeria, dove esiste la terribile pratica delle “fabbriche di bambini”, dove decine di gestanti vengono recluse fino al parto conto terzi.

A maggior ragione la determinazione di un reato universale è lo strumento giusto per scoraggiarne il ricorso in Paesi in cui esistono zone grigie e possibile sfruttamento delle donne più povere.

Quanto alla maternità surrogata “solidale”, formula puramente teorica perché nasconde comunque cospicui compensi, essa è consentita solo in questa formula (e non commerciale) in 19 della trentina di Paesi in cui la Gpa è regolata (prima categoria), ad esempio il Regno Unito.

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