venerdì 2 febbraio 2024
L'iniziativa del Centro culturale San Paolo propone attorno al tema della Giornata nazionale (La forza della vita ci sorprende» eventi spirituali e dibattiti sul "comprendere" come senso del vivere
Il logo del Festival

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Sono arrivate a quattordici le edizioni del «Festival della Vita» promosso dal Centro culturale San Paolo, emanazione della famiglia paolina. Una rassegna fin dall’inizio basata a Caserta e con appuntamenti in molte citta campane, e talora di tutta Italia. Il tema è «Vivere è... comprendere: non deridere, non compiangere, non disprezzare, ma comprendere le azioni umane», citazione del filosofo Baruch Spinoza.
«L’edizione 2024 è mossa – spiega Raffaele Mazzarella, uno degli organizzatori – dal messaggio per la 46esima Giornata nazionale per la Vita: “La forza della vita ci sorprende”». Nel programma, come sempre, appuntamenti lungo tutto l’anno, con eventi come l’ostensione delle reliquie del beato Carlo Acutis a di quelle di San Giovanni Paolo II». Il momento clou iniziale, sabato 3 febbraio, il dibattito con il filosofo Massimo Cacciari, il direttore di «Famiglia Cristiana» don Stefano Stimamiglio, l’ambasciatore polacco presso la Santa Sede, Adam Kwiatkowski, il musicista Enzo Avitabile, l’ex capo della protezione civile Angelo Borrelli e il responsabile della Promozione del sostegno economico della Cei Massimo Monzio Compagnoni. Il 1° febbraio, il festival si è aperto con un dibattito sull’identità digitale delle nuove generazioni.
«Il 2024 è un anno di ripartenza, una rinascita dopo la situazione pandemica che ha segnato la storia dell’umanità negli ultimi tre anni – spiega don Ampelio Crema, responsabile del Centro San Paolo –. È un ritorno alla normalità, almeno è ciò che tutti noi auspichiamo. Il Festival della Vita è un appuntamento che celebra la vita in ogni suo aspetto, essendo un luogo di incontro e di dialogo». Tra le varie iniziative è prevista da venerdì 9 a domenica 11 febbraio presso la Basilica Minore di Santa Maria in Caldana a Mondragone, nel Casertano, l’ostensione della riproduzione della Sacra Sindone, in misura reale e di proprietà della famiglia paolina, come stimolo di riflessione sull’umano percorso.

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