I fondi per il suicidio assistito dagli «interventi per la disabilità»
A Firenze la denuncia del consigliere comunale Luca Santarelli (appena uscito dalla maggioranza) sul finanziamento votato dal centrosinistra per la legge regionale sul fine vita

Sarà perché in fondo sono pochi soldi: ma la domanda su come e dove fossero stati reperiti i fondi per finanziare la legge sul suicidio assistito in Toscana è rimasta sospesa, e non le si è prestata l’attenzione che meritava. Almeno finché il consigliere comunale di Firenze Luca Santarelli, eletto nella lista civica Funaro della sindaca dem eletta a Palazzo Vecchio col voto del giugno 2024 ma appena uscito dalla maggioranza, ha denunciato lunedì che il finanziamento di 30mila euro in tre anni arriva dal fondo per la disabilità. I fondi (10mila euro l’anno fino al 2027) sono stati spostati grazie a un emendamento votato per integrare la legge della Regione che definisce «Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito», approvata l’11 febbraio con i voti del centrosinistra al governo in Regione.
«Dall’emendamento a firma Pd – dichiara Santarelli – appare evidente che la legge fine vita, nella quale non entro nel merito atteso che è legittimo che ognuno abbia la propria idea, abbia però comportato nei fatti – non parole – sicuramente concrete e immediate conseguenze di non poco conto». L’ex consigliere di maggioranza, confluito in Noi Moderati e accusato dalla sindaca Sara Funaro di tradire il mandato degli elettori, spiega che dell’operazione è stato regista «il Pd con i voti favorevoli di Italia Viva e 5 Stelle», registrando poi che «stupisce il silenzio del mondo politico, nessuno escluso». Per Santarelli «se anche il fine vita necessitasse di fondi, a prescindere da come la si pensi, non andavano sottratti ai disabili ma trovati altrove».
Accusa fondata? Il testo dell’emendamento (numero 10) conferma le parole dell’ex consigliere di maggioranza: sostituisce infatti la «clausola di invarianza finanziaria della proposta di legge originaria con una norma finanziaria, quantificando la spesa e imputandola a stanziamenti diversi dal fondo sanitario, non utilizzabile giacché le prestazioni di cui trattasi sono extra Lea», come si legge nella relazione illustrativa. Il nuovo articolo 6 stabilisce ora che «per l’attuazione delle prestazioni e i trattamenti previsti dalla presente legge nell’ambito del percorso terapeutico-assistenziale del suicidio medicalmente assistito è stimata una spesa di euro 10.000 per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027». Da dove verranno questi fondi? Dagli «stanziamenti della Missione 12 “Diritti sociali, politiche sociali e famiglia”, Programma 02 “Interventi per la disabilità”, Titolo 1 “Spese correnti”, del bilancio di previsione 2025-2027». Dalla disabilità al suicidio assistito: un passo davvero molto lungo. Persino troppo.
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