«Con Carlo Casini accanto alla vita più fragile»
di Redazione
Dal presidente di un’associazione internazionale attiva a sostegno di coppie e bambini più bisognosi il racconto vivo di una relazione personale

Ho avuto l’opportunità di incontrare spesso Carlo Casini, soprattutto nel mio impegno di volontario per assistere mamme e bambini e sostenerne la vita. Tale servizio che dura da oltre quarant’anni corrisponde alla mia sensibilità religiosa e alla professione di pediatra. Esso mi ha portato ad assumere la presidenza della Casa trentina di Accoglienza di mamme e Bambini in situazioni di disagio sociale ed economico, e quindi nella Associazione Padre Angelo, con attività sia in regione sia all’estero. Solo da poco i due rami si sono staccati.
Durante questi quattro decenni trascorsi, tutta la nostra azione è sempre stata ispirata e orientata anche istituzionalmente al Movimento nazionale per la Vita, al fine di favorire momenti di confronto e crescita con altre realtà con finalità identiche o similari; da tali contatti sempre si impara. Ora in tale intreccio di impegni non sono state non poche le occasioni e modalità di incontro e dialogo con Carlo Casini, il presidente fin dalla sua nascita del MpV Italiano.
Ci trovavamo nel corso dei convegni del MpV, delle Case di Accoglienza o di particolari ricorrenze della stessa associazione a Roma o in altre città italiane. Molto spesso è arrivato anche a Trento per visite e colloqui, portando sempre la testimonianza del suo zelo per il bene comune, a sostegno della vita, con determinazione ed equilibrio; potei accompagnarlo più volte negli incontri che ha tenuto frequentemente con gli alunni delle Scuole superiori come anche in conferenze aperte al pubblico.
Carlo Casini non era soltanto un profondo amante della vita in campo dottrinale e organizzativo ma accettava di confrontarsi anche con casi pratici nella complessità delle vicende umane, rapportate alla psicologia, la salute, la legislazione... Da parte mia lo sentivo talmente partecipe della realtà che mi rivolsi spesso a lui con piena fiducia per un confronto professionale e da credenti, su situazioni di mamme accolte nella nostra struttura residenziale. Ricordo, ad esempio, che gli chiesi come fare con una mamma sieropositiva per Hiv, ormai in fase avanzata di malattia, quando purtroppo le terapie di allora non erano così efficaci come quelle di oggi. Arrivammo alla conclusione che sarebbe stato indispensabile affiancare immediatamente a lei e al bambino – che purtroppo si prevedeva sarebbe rimasto solo ben presto – una coppia di volontari. Individuata la coppia, fin da subito si presero cura di quella madre, frequentando con assiduità la struttura. Con il passare delle settimane, sempre più saldo si realizzava il legame della coppia di volontari con il bambino neonato e sempre più si leggeva negli occhi della sua mamma la gioia di sapere che il figlio avrebbe avuto un futuro sereno. Carlo Casini seguiva con empatia l’evoluzione di quei rapporti fino a quando, venuta a mancare, come si temeva, la mamma del bambino, la coppia di volontari ne formalizzò l’adozione presso il Tribunale per i Minorenni di Trento per integrarlo pienamente nella loro famiglia.
Altro ambito problematico, piuttosto frequente, era quello di genitori con figli nati con patologie genetiche o gravi malformazioni; va notato che in quegli anni non erano possibili le diagnosi prenatali, che permettono di prepararsi a tale evento. Il confronto con Carlo mi forniva il modo con cui stare vicino fin da subito a questi genitori, le parole giuste da usare, il sostegno anche professionale da assicurare, ecc. Il non sentirsi soli e la condivisione di tali eventi nel tempo riusciva a far scoprire nei genitori stessi di questi bambini il valore della vita anche in situazioni di sofferenza.
Tentando di riassumere l’approccio che Carlo Casini aveva alla vita, devo notare anzitutto una sua straordinaria capacità comunicativa. Anche quando parlava ai giovani – lo osservai nelle scuole del nostro Trentino – trovava sempre un uditorio molto attento e partecipe, e dagli interventi della sala si percepiva chiaramente che egli aveva colto nel segno. Le tematiche trattate gli erano in parte comunicate in precedenza, in parte proposte da lui, e altre erano sollevate dagli ascoltatori. Egli sottolineava il valore della vita in ogni sua età, dal bambino ancora non nato alla persona anziana, disabile o con malattia terminale. Si leggeva chiaramente negli occhi dei ragazzi e dai loro interventi la certezza di aver pienamente condiviso e fatte proprie le parole ascoltate.
Carlo aveva un cuore aperto, non solo sull’Italia, ma sul mondo. Ho avuto modo di parlare con lui delle mamme e dei bambini assistiti dalla nostra associazione nei paesi poveri dell’Africa occidentale e orientale. Il raccontare le gravi situazioni di povertà, malattie a volte molto gravi e con scarse possibilità di cura e in alcuni casi di violenza domestica, trovava in Carlo piena condivisione, e dopo aver rilevato tali difficoltà si riceveva da lui una fondamentale carica per continuare e anzi sviluppare con ancor maggiore energia il servizio solidale, settore che la sezione ora autonoma di Casa Padre Angelo prosegue.
Per me Carlo Casini è stato un cordiale amico nel cammino, un grande ispiratore e un solido sostegno, e tutta l’Italia gli deve un omaggio profondo. Merita certamente il premio dei giusti, perché in una società individualista ha saputo sempre dedicarsi al bene dei più fragili e, di fronte alla prepotenza dei grandi, dare priorità ai meno difesi.
*Presidente dell’Associazione Padre Angelo Solidarietà nel Mondo
Durante questi quattro decenni trascorsi, tutta la nostra azione è sempre stata ispirata e orientata anche istituzionalmente al Movimento nazionale per la Vita, al fine di favorire momenti di confronto e crescita con altre realtà con finalità identiche o similari; da tali contatti sempre si impara. Ora in tale intreccio di impegni non sono state non poche le occasioni e modalità di incontro e dialogo con Carlo Casini, il presidente fin dalla sua nascita del MpV Italiano.
Ci trovavamo nel corso dei convegni del MpV, delle Case di Accoglienza o di particolari ricorrenze della stessa associazione a Roma o in altre città italiane. Molto spesso è arrivato anche a Trento per visite e colloqui, portando sempre la testimonianza del suo zelo per il bene comune, a sostegno della vita, con determinazione ed equilibrio; potei accompagnarlo più volte negli incontri che ha tenuto frequentemente con gli alunni delle Scuole superiori come anche in conferenze aperte al pubblico.
Carlo Casini non era soltanto un profondo amante della vita in campo dottrinale e organizzativo ma accettava di confrontarsi anche con casi pratici nella complessità delle vicende umane, rapportate alla psicologia, la salute, la legislazione... Da parte mia lo sentivo talmente partecipe della realtà che mi rivolsi spesso a lui con piena fiducia per un confronto professionale e da credenti, su situazioni di mamme accolte nella nostra struttura residenziale. Ricordo, ad esempio, che gli chiesi come fare con una mamma sieropositiva per Hiv, ormai in fase avanzata di malattia, quando purtroppo le terapie di allora non erano così efficaci come quelle di oggi. Arrivammo alla conclusione che sarebbe stato indispensabile affiancare immediatamente a lei e al bambino – che purtroppo si prevedeva sarebbe rimasto solo ben presto – una coppia di volontari. Individuata la coppia, fin da subito si presero cura di quella madre, frequentando con assiduità la struttura. Con il passare delle settimane, sempre più saldo si realizzava il legame della coppia di volontari con il bambino neonato e sempre più si leggeva negli occhi della sua mamma la gioia di sapere che il figlio avrebbe avuto un futuro sereno. Carlo Casini seguiva con empatia l’evoluzione di quei rapporti fino a quando, venuta a mancare, come si temeva, la mamma del bambino, la coppia di volontari ne formalizzò l’adozione presso il Tribunale per i Minorenni di Trento per integrarlo pienamente nella loro famiglia.
Altro ambito problematico, piuttosto frequente, era quello di genitori con figli nati con patologie genetiche o gravi malformazioni; va notato che in quegli anni non erano possibili le diagnosi prenatali, che permettono di prepararsi a tale evento. Il confronto con Carlo mi forniva il modo con cui stare vicino fin da subito a questi genitori, le parole giuste da usare, il sostegno anche professionale da assicurare, ecc. Il non sentirsi soli e la condivisione di tali eventi nel tempo riusciva a far scoprire nei genitori stessi di questi bambini il valore della vita anche in situazioni di sofferenza.
Tentando di riassumere l’approccio che Carlo Casini aveva alla vita, devo notare anzitutto una sua straordinaria capacità comunicativa. Anche quando parlava ai giovani – lo osservai nelle scuole del nostro Trentino – trovava sempre un uditorio molto attento e partecipe, e dagli interventi della sala si percepiva chiaramente che egli aveva colto nel segno. Le tematiche trattate gli erano in parte comunicate in precedenza, in parte proposte da lui, e altre erano sollevate dagli ascoltatori. Egli sottolineava il valore della vita in ogni sua età, dal bambino ancora non nato alla persona anziana, disabile o con malattia terminale. Si leggeva chiaramente negli occhi dei ragazzi e dai loro interventi la certezza di aver pienamente condiviso e fatte proprie le parole ascoltate.
Carlo aveva un cuore aperto, non solo sull’Italia, ma sul mondo. Ho avuto modo di parlare con lui delle mamme e dei bambini assistiti dalla nostra associazione nei paesi poveri dell’Africa occidentale e orientale. Il raccontare le gravi situazioni di povertà, malattie a volte molto gravi e con scarse possibilità di cura e in alcuni casi di violenza domestica, trovava in Carlo piena condivisione, e dopo aver rilevato tali difficoltà si riceveva da lui una fondamentale carica per continuare e anzi sviluppare con ancor maggiore energia il servizio solidale, settore che la sezione ora autonoma di Casa Padre Angelo prosegue.
Per me Carlo Casini è stato un cordiale amico nel cammino, un grande ispiratore e un solido sostegno, e tutta l’Italia gli deve un omaggio profondo. Merita certamente il premio dei giusti, perché in una società individualista ha saputo sempre dedicarsi al bene dei più fragili e, di fronte alla prepotenza dei grandi, dare priorità ai meno difesi.
*Presidente dell’Associazione Padre Angelo Solidarietà nel Mondo
© RIPRODUZIONE RISERVATA






