Carlo Casini, costruttore di mura (e non di muri...)

La fede, la preghiera, la volontà di Dio. E solo dopo le decisioni sul da farsi: ecco la via laicale verso la santità dentro vicende complesse e sfide formidabili
July 7, 2025
Carlo Casini, costruttore di mura (e non di muri...)
. | Carlo Casini, all'estremità destra del tavolo, duranta una manifestazione del Movimento per la Vita. Una foto simbolo della sua capacità di creare alleanze e relazioni
Sono certissima che le nostre costanti preghiere al Signore verranno ascoltate per portare sugli altari una figura come quella di Carlo Casini. Tempo fa a un convegno ho detto che secondo il Catechismo della Chiesa cattolica (al numero 840) per essere santi non occorrevano vite mirabolanti ed eccezionali qualità personali. No, recita infatti il Catechismo: «Tutti i fedeli di qualsiasi ordine e stato sono chiamati alla santità... alla santità che promuove un tenore di vita più umano anche nella società terrena». E infine al n. 841: «Basta la vita ordinaria: Preghiera, relazioni familiari e sociali, lavoro, riposo, sofferenza, apostolato».
Come non vedere il ritratto di Carlo in questa descrizione? Per questo sono sicura che, quando il Signore vorrà, Carlo lo pregheremo non solo come amico, fratello, padre, marito, apostolo della vita, magistrato politico, missionario laico, ma anche come beato nella Gloria di Dio. E questi nostri appuntamenti mensili sono la strada principale da percorrere per arrivare a quello che tutti noi desideriamo.
La preghiera è la strada maestra e ce lo dice Carlo con la sua vita fatta di azione, certo, ma soprattutto di spiritualità e di preghiera. Anche nei suoi scritti “laici”, trattando di leggi, di sentenze, di provvedimenti, c’è sempre una atmosfera di grande spiritualità, di immensa fiducia nel genere umano, di costante abbandono alla Speranza e alla Grazia del Signore.
Era sempre come se Carlo mettesse la sua Fede nel Signore come precondizione di ogni suo agire. Prima avere fede, poi mettere le cose in ordine secondo la volontà di Dio, terzo dare disposizioni e suggerire soluzioni perché tutto avvenga secondo la legge naturale, secondo la logica divina, secondo giustizia e carità per accogliere gli ultimi della terra e i più poveri tra i poveri: i bambini non ancora nati.
Mi viene in mente un episodio della Bibbia: Neemia 5, 14. Gli ebrei non tutti sono tornati dall’esilio babilonese, esilio che ha spezzato la loro storia in due in modo irreparabile e hanno trovato Gerusalemme distrutta comprese le mura. Neemia racconta: «Noi, dunque, andavamo ricostruendo queste mura che furono portate tutte fino a metà altezza: il popolo aveva preso a cuore il lavoro... Da quando il re mi aveva stabilito loro governatore nel paese di Giuda... non ho mai fatto così (come i precedenti governatori) perché ho avuto timore di Dio. Anzi ho messo mano ai lavori di queste mura e non abbiamo comperato alcun podere. Tutti i miei giovani erano raccolti là a lavorare. Alla mia tavola avevo 150 uomini... Quando i miei nemici seppero che avevo riedificato le mura e che non vi era rimasta più alcuna breccia, sebbene io non avessi ancora messo i battenti alle porte, mi invitarono... ma io risposi “Sto facendo un gran lavoro e non posso scendere...”. Le mura furono condotte a termine in 52 giorni...
Quando le mura furono edificate ed io ebbi messo a posto le porte e i portinai, i cantori e i leviti furono stabiliti nei loro uffici ed io ordinai che le porte di Gerusalemme non si aprano fino a quando il sole non cominci a scaldare e si chiudano quando i cittadini a notte sono ancora in piedi...”.
Ecco, Carlo costruiva le mura. Non i muri. Le mura si devono costruire con cura, con intelligenza, con amore, perché servono a tutti e per tutti sono importanti e si riparano i cardini e si fanno le porte e si chiudono le brecce. E le porte restano aperte di giorno e Gerusalemme accoglie i pellegrini e i viandanti senza paura. Nella sua vita pubblica Carlo questo faceva, perché sapeva che la città di Gerusalemme (città terrena e città santa che rappresenta tutti i luoghi della Terra) aveva bisogno di solide mura con le porte aperte per accogliere tutte le persone che si rivolgevano a lui. Solidi bastioni non offensivi o difensivi ma accoglienti e sicuri, aperti alla verità della vita e della famiglia. Solo così si spiegano la nascita dei Centri di Aiuto alla Vita, del Movimento per la Vita, della Associazione One of Us a livello europeo, le innumerevoli opere ed iniziative che portano la sua firma.
Sta a noi custodire quelle mura e quelle porte che Carlo ha costruito con tanta passione e tanto amore, nella preghiera e nella Speranza.

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