Bassetti: Giorgio La Pira e Carlo Casini, due grandi uniti dal Rosario
di Redazione
Il cardinale già presidente della Cei ricorda le figure dei difensori della vita umana che ha conosciuto direttamente, proponendole come uomini di una preghiera che ha ispirato pensiero e azione
Il “Rosario del 23 con e per Carlo Casini” è un appuntamento consolidato e ampiamente partecipato. Lo scorso 23 luglio è stato introdotto e guidato dal cardinale Gualtiero Bassetti, già presidente della Cei. La preghiera mariana, unita alle meditazioni di Carlo che accompagnano ciascun Mistero del Rosario, è un importante nutrimento spirituale per tutti coloro che hanno a cuore la civiltà della verità e dell’amore. Ecco il testo dell’intensa introduzione del cardinale Bassetti.
Carissime amiche e carissimi amici, vi ringrazio per aver pensato a me per una preghiera così importante e bella: la preghiera del Santo Rosario! Sono molto contento che attorno a Carlo Casini, mio grande amico, si svolga questa iniziativa così ricca di sostanza.
Carissime amiche e carissimi amici, vi ringrazio per aver pensato a me per una preghiera così importante e bella: la preghiera del Santo Rosario! Sono molto contento che attorno a Carlo Casini, mio grande amico, si svolga questa iniziativa così ricca di sostanza.
Quando penso a Carlo penso anche a Giorgio La Pira – entrambi autentici operatori di pace – e vedo questi due grandi uomini uniti anche dal Rosario. Il professor Giorgio La Pira diceva infatti che la Corona è un’arma più potente della bomba atomica. L'ho sentito con i miei orecchi in piazza della Signoria, il professor La Pira, pronunciare queste parole: «Avete paura della bomba atomica?». «Sì», diceva la gente. E La Pira: «Ma noi abbiamo una bomba atomica che è ancora più potente, ed è quella della preghiera. Perché la preghiera? Perché la bomba atomica potrebbe anche distruggere il mondo e si ferma lì. La preghiera, invece, oltrepassa tutto questo perché arriva direttamente al cuore di Dio». Queste erano le intuizioni di La Pira. E, lasciatemelo dire, anche di Casini. La Corona del Rosario è una benedizione che ci riporta all’Amore infinito di Dio per ciascuno di noi, ci fa entrare nella ricchezza del Vangelo che ogni giorno si rinnova nella vita di coloro che lo mettono in pratica, ci fa comprendere quanto la nostra vita sia preziosa. Pregate! Pregate il Rosario nelle vostre famiglie. Pregatelo insieme ogni 23 del mese come state facendo da tempo attorno alla luminosa figura di Carlo.

Che testimone, Carlo, un cristiano integrale. È stato un autentico testimone del Vangelo della vita. I suoi gesti, le sue parole, il suo volto erano illuminati di luce evangelica. Quante storie di nascita e di rinascita – nascita di bambini e rinascita delle loro mamme – si potrebbero raccontare sfogliando le pagine della vita di Carlo Casini! Carlo non ha mai giudicato, mai abbandonato, mai trascurato nessuno; mai ha negato il suo contributo morale e materiale a chi aveva bisogno, perché in ognuno vedeva un “fratello”, una “sorella”. È stato un autentico testimone del Vangelo della vita e perciò testimone credibile dello stesso Vangelo di Gesù. È scritto infatti nell’enciclica Evangelium vitae che «Il Vangelo dell'amore di Dio per l'uomo, il Vangelo della dignità della persona e il Vangelo della vita sono un unico e indivisibile Vangelo».
Sono trascorsi cinque anni da quando Carlo è entrato nella Vita piena, chiamato all’eternità nell’immensità dell’amore di Dio. Eppure, in questi cinque anni la sua presenza è stata più viva che mai, ed è destinata a esserlo sempre di più. È evidentemente cresciuta la consapevolezza del valore della sua opera, dell’originalità del suo pensiero, del carattere profetico del suo impegno nella società e nella politica, nel diritto e nella cultura. La sua statura di uomo politico era sicuramente manifestazione della sua competenza, della sua intelligenza, della sua umanità, del suo senso di responsabilità, ma soprattutto era espressione della sua salda fede cattolica e della sua profonda spiritualità che sono state il motore intimo, centro ispiratore, della sua esistenza sino alla fine. Carlo ha fatto risuonare negli ambienti da lui frequentati e in ciò che ha realizzato le parole di san Paolo VI: «Nessuna antropologia eguaglia quella cristiana sulla persona umana circa la sua originalità, la sua intangibilità e la ricchezza dei suoi diritti fondamentali, la sua sacralità, la sua aspirazione ad uno sviluppo concreto, la sua sacralità».
Rimettendomi al saggio discernimento della Chiesa, confido – e lo dico con tutto il cuore – nell’apertura della causa di beatificazione-canonizzazione del nostro Carlo da molti auspicata.
Adesso chiediamo a Maria, Madre della Chiesa, di stendere il suo manto misericordioso su tutti noi, di proteggere le nostre famiglie, i nostri cari, le comunità cui apparteniamo; di benedire il nostro lavoro, il nostro riposo, ogni nostra giornata. Lasciamoci abbracciare, incoraggiare e confortare dalla nostra Mamma Celeste attraverso la preghiera del Rosario. Carlo accompagnaci in questo cammino! Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.
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