Anna e Alberto, tutta la vita nell’amicizia con Carlo

di Anna e Alberto Friso
La testimonianza dei due sposi, cresciuti nel Movimento dei Focolari, tra i fondatori del Forum delle Associazioni familiari, profondamente legati a Carlo Casini. E ora “anime” della rete di preghiera che abbraccia tutto il mondo
December 16, 2025
Anna e Alberto, tutta la vita nell’amicizia con Carlo
Alberto e Anna Friso durante un convegno sul loro amico di una vita Carlo Casini
Anna. La nostra amicizia con Carlo Casini nasce negli anni '70. Lui, giovane magistrato, era il motore di quel gruppo di Firenze che avrebbe dato vita al MpV italiano; noi due, giovani sposi padovani, senza troppe specializzazioni, eravamo impegnati nel campo della famiglia, sia nei Focolari che nell'ambito diocesano. In questo scenario sentiamo parlare di una proposta di legge di iniziativa popolare sull'accoglienza della vita umana elaborata a Firenze, legge che, se approvata, si sarebbe posta come alternativa al rovente dibattito che invocava una legge di liberalizzazione dell'aborto.
Ci buttiamo a capofitto per organizzare nel Triveneto una capillare campagna di sensibilizzazione... ma, novellini come eravamo, specie di fronte al tema della Vita con le sue implicazioni e i suoi grandi valori, avevamo bisogno di luce, anche per riuscire a coinvolgere le forze cattoliche presenti nel territorio.
Abbiamo così avuto diversi contatti con Carlo, seppure a distanza. Casini ci incoraggiava con le sue illuminate riflessioni e con umiltà ed empatia ci suggeriva su come intervenire di fronte alle inaspettate posizioni dei tanti detrattori che incontravamo. La sua radicale adesione al Vangelo, la sua grande competenza in materia legislativa ed etica ci affascinavano e ci trascinavano. Colpiva soprattutto il suo modo di fare: semplice, schietto, di autentico cristiano. Era un onore e una gioia dialogare con Carlo. Non ci sentivamo solo discepoli. Nella sua umiltà ci teneva alla sua altezza. E poiché l'intero movimento dei Focolari si era preso il compito di collaborare in questa azione, in tutti noi focolarini d'Italia – e per riverbero del mondo – grazie a Carlo anche nei Focolari si andava creando una collettiva, nuova, profonda consapevolezza sulla sacralità della vita umana. Un patrimonio valoriale non sempre scontato, neppure fra le militanze cristiane più convinte.
Terminata la campagna, anzi le campagne, perché poi si è lavorato per il referendum del 1981, ognuno di noi è rientrato alle precedenti mansioni, ma non eravamo più quelli di prima. Ho ancora presente un picnic con le nostre due bambine (8 e 12 anni) e io. Ad un certo punto la più grande mi fa una domanda sull'aborto, tema che spesso ritornava in tv. Ricordo ancora l'atmosfera, la tovaglietta ricamata, il silenzio della natura, la loro attesa di saperne di più. Ho pensato a Carlo: la sua chiarezza che non era mai polemica, sempre positiva, sempre calibrata su chi aveva davanti. Non so cosa ho detto alle bimbe, ma alla fine i loro occhi brillavano di gioia. Loro stesse hanno voluto fare un patto solenne fra noi tre: che mai nella nostra vita avremmo abortito.
Sono trascorsi anni nei quali abbiamo continuato la nostra gavetta in periferia, occupandoci del mondo della famiglia. Da focolarini, certo, ma con dentro il marchio di membri del “popolo della vita”, grati a Dio del dono di esserci imbattuti in due grandi carismi: quello dell'unità di Chiara Lubich, e quello della vita di Carlo, fra i quali c'è sempre stata perfetta sintonia.
Nel 1982 sbarchiamo a Roma, chiamati da Chiara Lubich per lavorare al Centro del Movimento. E a Roma ritroviamo il maestro, il compagno di viaggio, l'amico, colui che ci aveva ispirati negli anni della nostra formazione.
Alberto. A Roma troviamo Carlo nella Consulta Cei per la famiglia a rappresentare il MpV, nel Forum delle Associazioni familiari, nel Pontificio Consiglio per la Famiglia dove lui è consultore e noi membri. Nell’incontrarci così da vicino e con tale frequenza, sperimentavamo sempre una grande gioia.
In Vaticano insieme abbiamo preparato i congressi che si tenevano nel contesto degli Incontri mondiali del Papa con le famiglie (Rio de Janeiro, Manila, Valencia, Dublino, ecc.).
Nel tempo della gestazione dell'enciclica “Evangelium vitae”, uscita nel 1995, abbiamo potuto toccare con mano quanto fosse preziosa la sua collaborazione al santo padre Giovanni Paolo II. Un servizio il suo, sempre tanto richiesto, ma mai vantato.
Carlo era uomo di successo, membro del Parlamento italiano, poi europeo, ma era sempre discreto, uno cui piaceva mettere in luce gli altri. In Parlamento, Oltretevere, per strada, ovunque ci incontrassimo, era spontaneo chiederci prima notizie dei nostri ragazzi a casa.
Con Carlo e con il rappresentante delle Acli siamo andati dal notaio per la costituzione del Forum. Insieme siamo stati nel direttivo del Forum delle Associazioni familiari. Erano gli anni, ricordo, nei quali si era costantemente di fronte a una montagna da scalare. A causa della cultura dominante, l’agire politico era succube di ideologie e di interessi finanziari o industriali, afflitto da continue battaglie etiche, che respingevano ogni accenno ai valori profondi, incominciando da quelli della famiglia e della vita.
Ma per Carlo le questioni venivano dopo: prima eravamo due amici, due fratelli. E non perché tra noi due ci fosse un feeling particolare, esclusivo. Carlo era così con tutti, persone semplici o personalità importanti, perfino anche con coloro che si dichiaravano suoi avversari.
Egli non mancava mai alle attività programmate del Forum, ma essendo spesso a Bruxelles o a Strasburgo a volte arrivava soltanto a un certo punto dei lavori. Ma quando entrava, pur rimanendo in silenzio, già si sentiva il valore della sua presenza. Come Direttivo abbiamo più volte incontrato presidenti del Consiglio dei Ministri. Pur essendo il più preparato e il più autorevole fra noi, Carlo si limitava a presentarci, lasciando a noi di esporre al Governo le istanze delle famiglie
Al Pontificio Consiglio per la Famiglia qualche volta, prima di riunirci, passavamo insieme in cappella per una preghiera. Carlo, guidato dalla sua profonda spiritualità, dopo essersi raccolto in silenzio, esprimeva quanto gli stava a cuore, chiedendo a Gesù di venire in mezzo a noi e di servirsi di noi per suggerire idee e soluzioni. Le chiavi della sua spiritualità si potrebbero riassumere in due semplici concetti: in ogni persona è presente Gesù, il Verbo di Dio; accogliere la persona è accogliere Dio con tutta la luce e la forza che tale mistero contiene.
Quale apostolo della vita, egli focalizza “il senso e la ragione” del suo impegno pubblico sulla dignità di ogni essere umano e sul valore della vita, dal concepimento alla sua conclusione naturale. A lui interessa tutto l’uomo, specie se, ultimo fra gli ultimi ma già “uno di noi”, è ostacolato nel suo legittimo accedere al mondo. «Nel significato di questo primo “esserci” – precisa Carlo in un suo testo –, è presente il significato del tutto».
Un esserci dunque che è contemporaneamente limite ed infinito, caducità ed eternità. Carlo Casini insegna che nel concepimento avviene qualcosa di assolutamente nuovo, un evento nel quale, scrive, «si ripete il passaggio dal nulla all’esistenza». Per questo la sua alta riflessione sull’uomo diventa – come egli scrive – «contemplazione».
Carlo ha camminato nella storia in compagnia con altri grandi del nostro tempo – Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta, Chiara Lubich, La Pira... – condividendo con loro spiritualità e impegno, fatiche e strategie operative. Siamo certi che tutti loro, alcuni dei quali già agli onori degli altari, dal Paradiso abbiano ricambiato il dono di Carlo, prendendolo per mano nella sua eroica corsa finale verso la Vita che non muore. Un percorso di santità che, lo evidenziano i fatti, lascia dietro sé una luminosa, altissima luce.
Lo attestano gli innumerevoli messaggi alla famiglia giunti alla sua dipartita, una vera e propria manifestazione collettiva di gratitudine per le sue opere e di ammirazione del suo pensiero. Da qui, d’accordo anche la famiglia di Carlo, è nata una rete online di Amici di Carlo Casini sparsa in tutta Italia e anche fuori: Egitto, Albania, Polonia, Francia, Spagna, Sud-America, Corea. Una rete che noi due abbiamo l'onore di coordinare e che fa circolare testimonianze su Carlo, ricordi del suo operato, nuove idee che ancor oggi ne scaturiscono, propositi, iniziative. Tutto ciò fa conoscere la figura di Carlo ad un raggio sempre più vasto insieme alle sue intuizioni sui valori da lui approfonditi con la sua professione di magistrato e la sua passione di politico votato alla costruzione del bene comune. Dal 9 luglio 2024 possiamo anche contare sull'Associazione Amici di Carlo Casini, regolarmente costituita davanti a un notaio, con la quale si può concretamente operare in vista del processo di beatificazione che, per la gioia di tutti noi, si aprirà ufficialmente a breve.

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