A Odessa la culla di FederVita. Portata da Erri De Luca
Arrivato in Ucraina il dono della rete regionale del Movimento per la Vita, destinato alla cura dei bimbi prematuri.A guidare il furgone di aiuti dall’Italia un’équipe di volontari con lo scrittore e poeta

L’Emilia-Romagna ha una nuova culla termica. Non si trova, però, in una delle sue province: è arrivata a Odessa, in Ucraina. A consegnarla nei giorni scorsi, insieme ad altri aiuti, sono stati due volontari: Giacinto Fina ed Erri De Luca. Sì, proprio lui – il poeta e scrittore. Nessuna omonimia, nessuna sorpresa: De Luca non è nuovo a queste imprese. Questo è stato il suo quattordicesimo viaggio dall’inizio della guerra russo-ucraina.
È lui stesso a raccontarlo ad Avvenire: «Immediatamente dopo lo scoppio del conflitto ho pensato a cosa avrei potuto fare per dare una mano. Così, con l’amico Fina, che di missioni ne ha fatte più di me, abbiamo comprato un furgone usato e siamo partiti». Mille chilometri al giorno, due furgoni già consumati, ora viaggiano col terzo. Cinque giorni per andare e tornare, attraversando pianure, montagne, praterie, il Danubio, le dogane – la burocrazia ormai la maneggiano con esperienza. L’Ucraina la percorrono tutta. «Anche stavolta abbiamo trovato calma e resistenza: di certo i russi non li prenderanno per stanchezza» osserva De Luca.
Durante il viaggio hanno incontrato anche i volontari dell’Operazione Colomba dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, attivi dal 2022 a Mykolaïv e Kherson. Lì accolgono le vite più fragili: anziani, disabili, persone che necessitano di assistenza per sopravvivere. Fina e De Luca partono da San Giovanni in Persiceto, cittadina di pianura alle porte di Bologna. Gli aiuti vengono donati da aziende e privati, grazie al passaparola e al loro impegno in prima persona. Trasportano ciò che viene loro richiesto: questa volta pannoloni, medicinali, una sedia a rotelle. E la culla termica di FederVita Emilia-Romagna.

«Siamo molto contenti di questo risultato, è un altro tassello del nostro impegno che va oltre i confini della regione – commenta Antonella Diegoli, presidente dell’associazione regionale –. Non siamo nuovi a questo genere di iniziative: dal Kosovo a Betlemme, abbiamo spesso promosso progetti a sostegno delle neo-mamme che subiscono o fuggono dalla guerra. Doppiamente fragili, doppiamente colpite, con i loro bambini». È il loro modo di raccogliere il messaggio della Cei per la 48ª Giornata nazionale per la Vita, che si celebrerà il 1° febbraio 2026 sul tema “Prima i bambini!”. Bambini vittime innocenti e “collaterali”, come si legge nel testo: «Uccisi, mutilati, resi orfani, privati della casa e della scuola, ridotti alla fame, come effetto di bombardamenti indiscriminati». E i «bambini-soldato, rapiti e utilizzati come “carne da cannone” nei tanti conflitti che si combattono in varie parti del globo, soprattutto in quelli “a bassa intensità”, di cui quasi nessuno parla».
Per loro, per l’accoglienza dei giovanissimi profughi e delle loro mamme, FederVita Emilia-Romagna sta per avviare una formazione specifica destinata ai volontari: «Dopo il successo del corso per i volontari del post-aborto, che ha avuto ben 75 iscritti – spiega Diegoli –, stiamo per iniziare quello sui primi 1.000 giorni di vita. Ma anche uno sul tema della multiculturalità, con una formazione ad hoc, perché in pochi pensano all’importanza degli aspetti culturali nel sostegno e nell’accompagnamento delle mamme fragili».
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