“Real tv: crimini di strada” è solo ansiogeno e voyeuristico

“Real tv: crimini di strada” è un programma modesto che spettacolarizza il crimine con video virali, alimentando voyeurismo e insicurezza più che vera consapevolezza.
November 20, 2025
“Real tv: crimini di strada” è solo ansiogeno e voyeuristico
Su DMax (canale 52 del digitale terrestre) sta andando in onda il martedì in prima serata un nuovo programma che vale poco, ma si presta ad alcune riflessioni. Parliamo di Real tv: crimini di strada, condotto dal comico e inviato de Le iene Andrea Agresti con il contributo dell’esperto di autodifesa Manuel Spadaccini, che consiglia come comportarsi in situazioni a rischio. Ogni volta vengono proposti video relativi a rapine, furti, aggressioni e inseguimenti registrati da telecamere di sorveglianza, body cam delle forze dell’ordine o video amatoriali nella maggior parte dei casi diventati virali, ovvero che hanno totalizzato milioni di visualizzazioni. Molto materiale è importato dall’estero, in particolare dagli Stati Uniti, come avviene sempre più spesso in programmi del genere. Agresti commenta il tutto con tono intenzionalmente scherzoso, ma scarsamente efficace e non sempre divertente. Diamo atto comunque all’impegno e alla buona volontà dello «zio Andrea», come si definisce lui stesso, che da buon toscano suggerisce spesso al pubblico di non fare «bischerate».
Per il resto, al netto di una necessaria dose di voyeurismo, diciamo che il ritmo è garantito da un montaggio serrato, anche se i video sostanzialmente si assomigliano e alla fine c’è il rischio che contribuiscano a creare un clima di insicurezza nella percezione dei telespettatori riguardo alla violenza, alla criminalità e al degrado delle nostre città, nonostante l’intento recondito del format resti quello di fare del crimine un elemento di spettacolo. Il programma, come detto, vale poco, ma offre lo spunto per alcune riflessioni. La prima è che il «Grande fratello» esiste, non nel senso dello stucchevole reality di Canale 5, bensì in quello immaginato da George Orwell nel suo romanzo 1984 per cui siamo tutti in qualche modo spiati dalle telecamere posizionate un po’ dappertutto. La seconda riflessione riguarda il fatto che ormai tutti noi con gli smartphone non facciamo altro che fotografare e filmare all’inverosimile tutto quello che ci capita davanti, anche quando anziché intervenire per aiutare qualcuno si preferisce continuare la ripresa, magari per postarla immediatamente sui social a caccia di like. Stiamo insomma diventando sempre più testimoni passivi, magari con la speranza che ci sia chi intervenga al posto nostro.
La terza riflessione è che in alcuni casi le varie riprese possono rivelarsi utili per scoprire ad esempio i responsabili di una rapina oppure per scagionare qualcuno da un’ingiusta accusa com’è successo in questi giorni a Milano con il giovane ritenuto responsabile di un incidente mortale alla guida di un Suv senza patente e poi scagionato, appunto, grazie a un video che ha dimostrato che si trattava realmente di un soccorritore come lui aveva dichiarato. A parte questo, Real tv: crimini di strada non è certo il programma di cui sentivamo la mancanza.

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