Il laboratorio “Zelig on” tra veterani e comici in erba

Zelig on prova a ringiovanire il marchio Zelig con Ruffini e qualche veterano, ma i nuovi comici convincono poco e abusano di volgarità, confermando il calo di freschezza e qualità.
November 25, 2025
Il laboratorio “Zelig on” tra veterani e comici in erba
Da ormai trent’anni, Zelig è sinonimo di comicità in tv. Ma è anche vero che nel corso del tempo, pur assestandosi tra i programmi più longevi del genere, ha perso di freschezza e anche di qualità, continuando a vivere soprattutto di rendita. ldeato da Gino e Michele e Giancarlo Bozzo, lo show è approdato sul piccolo schermo nel 1996, prendendo il titolo dall’omonimo locale di viale Monza a Milano con l’aggiunta di “Facciamo cabaret”. Dopo di che ha lentamente guadagnato terreno passando attraverso Zelig circus, Zelig event e Zelig, ma soprattutto passando dalla seconda serata di Italia 1 alla prima di Canale 5 e dallo spazio di viale Monza al tendone di Sesto San Giovanni, al Pala 3, al Teatro degli Arcimboldi con i suoi quasi 2 mila 500 posti.
Senza dimenticare i cosiddetti spin-off, i derivati, come Zelig on, che ha debuttato domenica scorsa in prima serata su Italia 1 dove già era stato proposto Zelig off e dove per molte stagioni è andato in onda anche Colorado, altro show comico targato Mediaset. Non è un caso che Zelig on, che si propone come il necessario trampolino per il salto nello show capostipite, sia oggi un mix tra Zelig off e Colorado, non fosse altro per la conduzione di Paolo Ruffini.
Infatti l’attore e regista livornese, che da anni con merito lavora in teatro con persone con sindrome di Down, arriva alla guida di Zelig on, in coppia con Ludovica Comello, dopo aver condotto Colorado per sette edizioni. E come Zelig è stato sempre sulle spalle soprattutto di Claudio Bisio, vera anima del programma e autentico capocomico, così Zelig on è po’ tutto sulle spalle di Ruffini, più che sulla Comello. È lui, infatti, che interagisce con i comici e staziona, alla Bisio appunto, quasi sempre sul palcoscenico.
Si mette persino a fare il terzo incomodo sulla tradizionale panchina di Ale e Franz. Ruffini ha comunque uno stile suo, diverso da Bisio, ed è indubbiamente cresciuto in questo passaggio di format. Chi invece deve ancora crescere è il gruppo dei comici portati questa volta sul palcoscenico televisivo dopo una sorta di laboratorio dal vivo in teatro nel mitico locale milanese che ora si chiama “Area Zelig”. Con qualche comico comunque si ride anche. Con altri molto meno. Diversi di loro difettano di capacità recitative.
Sono efficaci nella battuta a mo’ di freddura, ma non sempre sono in grado di reggere per più minuti la scena. Non è un caso che la prima parte di Zelig on, denominata “Warm up”, sia stata caratterizzata da rapide incursioni dei singoli comici per una battuta al volo. A tenere su il programma, oltre Ruffini, sono i veterani Ale e Franz (con il minimo sforzo, va detto) e Max Angioni, che magari potrebbe risparmiarsi qualche volgarità. E non solo lui. Non si capisce infatti perché i comici debbano ricorrere sempre più spesso e per forza a certe esclamazioni (diciamo così) o a certi sottintesi.

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