Il Giro d’Italia conferma: il ciclismo in tv funziona

May 26, 2025
Oggi, dopo il riposo di ieri, inizia l’ultima settimana del Giro d’Italia, che si annuncia particolarmente dura, con arrivi in salita e montagne da scalare. Finora, dopo quindici tappe, nessun italiano ha tagliato per primo il traguardo e anche la classifica generale non promette granché per i nostri colori, se si eccettua il sesto posto di Damiano Caruso e il settimo di Antonio Tiberi. Eppure il ciclismo, quando non è rovinato dal doping, mantiene inalterato il suo fascino e continua ad attrarre il pubblico anche senza grandi campioni nostrani. A valorizzarlo ci pensa anche la televisione. Lo abbiamo detto più volte e non ci stanchiamo di ripeterlo: il ciclismo è lo sport più televisivo che ci sia. Dal vivo il ciclismo è bello, ma si risolve nell’emozione di un attimo (che in molti adesso sprecano per una ripresa con il telefonino). In tv, invece, di una tappa si riescono a seguire tutti i momenti grazie alle riprese dall’elicottero (punto di vista inedito per tutti), ma soprattutto dalle moto, che ti portano nel vivo della competizione, in mezzo al gruppo, spesso e volentieri anche in mezzo (purtroppo) alle tante cadute che stanno caratterizzando anche questa edizione numero 108 della corsa in rosa e di cui ha fatto le spese anche un nostro uomo di classifica, Giulio Ciccone, che ha dovuto ritirarsi. Nella rappresentazione del ciclismo si distingue la Rai, che in questo caso, a differenza di altri sport, non perde un colpo. L’offerta televisiva legata al Giro d’Italia è notevole, divisa tra Rai 2 e Rai Sport, ma soprattutto è di qualità, a partire dalla telecronaca in diretta della corsa affidata a Francesco Pancani, Stefano Garzelli e Fabio Genovesi, un trio di tutto rispetto e notevole professionalità. Pancani è un ottimo telecronista, l’ex ciclista Garzelli si è rivelato molto bravo nel commento tecnico, mentre Genovesi, da grande scrittore qual è, aggiunge sempre un tocco di epica, cultura e storia alla narrazione, che resta un elemento fondamentale nel caso di dirette lunghissime come quelle che propongono in questo momento sia la Rai che Eurosport seguendo per intero ogni tappa. Una narrazione favorita dagli avvenimenti stessi, che acquistano un sapore romantico nel caso, ad esempio, del pianto di Diego Ulissi, che a quasi 36 anni indossa per un giorno la maglia rosa, oppure di Carlos Verona, che a 32 anni, da eterno gregario, vince la sua seconda corsa in assoluto, la prima veramente importante, tagliando domenica scorsa in solitaria il traguardo di Asiago e abbracciando poi moglie e figli. Tornando al trio Pancani-Garzelli-Genovesi, supportato in modo encomiabile da Giada Borgato e Stefano Rizzato sulle moto, dobbiamo riconoscergli la sintonia (non si danno mai sulla voce) e il gusto, a volte persino il divertimento, che provano nel raccontare il ciclismo e tutto quello gli ruota intorno. © riproduzione riservata

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