History Channel, il doc-verità “Inside Gaza” per non scordare
Non sapevamo che là fuori ci fosse una guerra. Quando abbiamo sentito i bombardamenti aerei, siamo usciti a ballare. Pensavamo che fosse una festa

«Non sapevamo che là fuori ci fosse una guerra. Quando abbiamo sentito i bombardamenti aerei, siamo usciti a ballare. Pensavamo che fosse una festa». È una bambina di Gaza a ricordare così il primo giorno di bombardamenti da parte dell’esercito israeliano all’indomani dell’atroce azione terroristica di Hamas il 7 ottobre di due anni fa. Da quel giorno a morire o a rimanere gravemente feriti sono stati in modo particolare proprio i bambini. Il documentario Inside Gaza (Dentro Gaza), del 2024, andato in onda domenica alle 21,30 su History Channel, parla di almeno 14 mila bambini palestinesi morti (che poi sarebbero saliti a oltre 18 mila in questo anno) e un numero imprecisato di piccoli feriti di cui molti con menomazioni irrimediabili. È nel vedere la sofferenza nel volto di bambini con gambe amputate o ustioni su gran parte del corpo che il documentario, diretto dalla regista libanese Vanessa Bowles coordinando una dozzina di giornalisti e operatori sul campo, colpisce nel segno.
Anche tra il gruppo che ha rischiato la vita per documentare la guerra c’è chi non riesce a trattenere la lacrime quando deve descrivere l’arrivo di bambini feriti all’ospedale di Al-Shifa di Gaza City, il più grande della Striscia (poi fatto evacuare e bombardato dagli israeliani perché ritenuto uno dei principali rifugi degli uomini di Hamas). Ad Al-Shifa lavorava anche il dottor Abu Sitta, salvatore di molte vite umane, uno dei protagonisti del documentario assieme al paramedico Yusef, impegnato ad estrarre feriti dalle macerie. Con loro due giovani ragazze, Jewan e Mirvat, vittime di ferite che hanno cambiato per sempre la loro esistenza. Infine, la famiglia Badwan, che lotta per sopravvivere in mezzo ai bombardamenti.
Inside Gaza è in sostanza un imponente reportage giornalistico, realizzato da coraggiosi giovani reporter che raccontano e offrono uno sguardo dall’interno, dal vivo, cruento, intenso, diretto ed essenziale dell’offensiva militare israeliana. Il documentario non nega le atrocità compiute da Hamas, le ribadisce anche con i numeri («Più di 1.100 persone sono state uccise e 252 prese in ostaggio negli attacchi del 7 ottobre, a Gaza sono stati uccisi 282 soldati israeliani…»), ma si concentra ovviamente sulla sproporzionata reazione israeliana che ha finito per uccidere decine di migliaia di palestinesi e praticamente raso al suolo le città della Striscia a partire da Gaza City dove le persone, in gran parte, conducevano una vita normale e adesso sono rimaste senza niente, a piangere per la distruzione delle loro case e soprattutto per i loro morti (si dice che sotto le macerie ce ne siano ancora almeno 10 mila). Tra le immagini simbolo, alcune davvero molto dure e crude, il momento in cui, filmato da un operatore sul posto, un drone colpisce un’ambulanza nei pressi dell’ospedale Al-Shifa provocando 15 morti e 60 feriti.
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