Giostre e palii, Siena a parte ci sono soltanto tv locali

July 4, 2025
Il Palio di Siena rinviato per la terza volta di seguito, ovverosia il 2 luglio e il 16 agosto dell’anno scorso e il 2 luglio di quest’anno. Non c’erano mai stati tanti rinvii uno dietro l’altro per il maltempo. Era accaduto oltre 150 anni fa, ma per motivi diversi. Il cambiamento climatico sembra mettere in difficoltà anche una rievocazione storica radicata nei secoli, ma anche i palinsesti di chi si aggiudica la diretta e deve cambiare programma all’ultimo momento. Per la terza volta consecutiva è toccato a La 7, che dal 2022 ha l’esclusiva della manifestazione a discapito della Rai che la trasmetteva dal lontano 2 luglio 1954, l’anno di nascita della televisione in Italia. Da allora, a parte qualche parentesi, il Palio era sempre stato appannaggio della tv pubblica, che metteva in campo i suoi giornalisti di punta (Paolo Frajese, Susanna Petruni, Annalisa Bruchi…) per non parlare a suo tempo del mitico Silvio Gigli. Sempre, però, sotto la guida del Comune di Siena con il Magistrato delle Contrade e il Consorzio per la tutela del Palio, che impongono un service per le riprese, una regia e un commentatore accanto al telecronista. Ruolo, quest’ultimo, affidato da qualche tempo allo storico Giovanni Mazzini e in precedenza a Maurizio Bianchini. Mentre la telecronaca, da quattro anni a questa parte, è condotta su La 7 da Pierluigi Pardo, noto commentatore di calcio, che si è affacciato alle trifore di Palazzo Sansedoni da profano, acquisendo però, dopo qualche titubanza iniziale, una notevole «senesità», che significa aver capito che il Palio non ha niente a che fare con lo sport, che il Palio è rito, memoria, identità, che le Contrade sono un popolo, che molto di quello che si può raccontare in televisione risulta incomprensibile al telespettatore non senese, attratto semmai dalla manciata di secondi in cui dieci folli si lanciano in tre giri a rotta di collo sul tufo di Piazza del Campo cavalcando a pelo altrettanti barberi scattando dalla “mossa” verso la terribile discesa di San Martino per poi risalire all’altrettanto difficile curva del Casato a pochi metri dal bandierino che segna l’arrivo. La cosiddetta “carriera” è sicuramente la parte più televisiva rispetto anche a un corteo storico bello ma lento, destinato ad accentuare il senso dell’attesa, che la tv riempie anche con collegamenti esterni e con servizi su aspetti curiosi di quello che ruota attorno al Palio e alle Contrade. Eppure il genere televisivo delle rievocazioni storiche non esiste, anche perché sono poche quelle trasmesse dalle reti nazionali. La maggior parte trova spazio nelle tv locali dove si registrano comunque telecronache e commenti di tutto rispetto. Ne sono un esempio, rimanendo in Toscana, la telecronaca di Andrea Vignolini del Calcio storico fiorentino su ToscanaTv o la Giostra del saracino ad Arezzo raccontata da Riccardo Ciccarelli su TeleEtruria. © riproduzione riservata

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