“Doppio gioco” serie complessa che vince ma non convince
Dai servizi sociali ai servizi segreti il passo è breve, almeno per Daria Giraldi, alias Alessandra Mastronardi, protagonista della serie Doppio gioco, da martedì per quattro prime serate su Canale 5. Daria, trentacinquenne esperta pokerista, finisce in comunità condannata ai servizi socialmente utili per truffa e gioco d’azzardo. I trucchi del mestiere, compresa l’interpretazione del linguaggio del corpo e del viso dei giocatori che ha di fronte, li ha imparati in tenera età dal venerato padre, assiduo frequentatore di tavoli verdi, di cui, assieme al fratello Davide (Domenico Diele) oggi avvocato, è rimasta orfana da piccola. Se non che un uomo in tutto simile al genitore, ritenuto morto in un terribile incidente stradale, gli compare davanti all’improvviso. Si tratta di un pericoloso e ricercato criminale internazionale dal falso nome Rolando Infantino, conosciuto come Gemini (Max Tortora), guarda caso incallito giocatore di poker in bische di alto bordo. Da qui il passaggio di Daria da addetta alle pulizie nell’aeroporto di Fiumicino alla missione sotto copertura, reclutata dal maggiore della Guardia di Finanza Ettore Napoli (Simone Liberati) per incastrare il delinquente. Nel tentativo di infiltrarsi, Daria sarà aiutata, oltre che dalla abilità con le carte, dalla capacità di capire le persone anche solo attraverso lo sguardo. È dunque una fiction per certe versi complessa, a partire dal titolo, che fa riferimento sia al doppio gioco nel poker con la possibilità del bluff, che alla duplice attività della protagonista e più in generale, come dice lei stessa, a «un mondo che vive alla luce del sole e un mondo invisibile fatto di segreti e bugie». In poche parole la doppia vita che in molti si costruiscono anche nella realtà. Ma è soprattutto nel mix di generi che la fiction di Mediaset con la regia di Andrea Molaioli tenta la difficile strada, non riuscendo sempre a rimanere in carreggiata, del mettere insieme passato e presente, dramma familiare (la traumatica perdita del padre) e giallo (il padre è morto o vivo?), thriller psicologico e spionaggio, amicizia (in particolare quella con l’ex ladra Jamilah, alias Kyshan Wilson) e l’immancabile storia d’amore di cui abbiamo avuto le prime avvisaglie e che si svilupperà di sicuro nelle prossime puntate nonostante la spigolosità di Daria, una donna che sembra aver perso il sorriso. Anche per questo la caccia al criminale e presunto padre le servirà per scacciare i fantasmi del tempo che fu e ritrovare se stessa. L’intento di svecchiare con questo mix di generi la fiction Mediaset può essere pertanto lodevole, il risultato finale un po’ meno. Alcune situazioni sono apparse forzate, qualche personaggio fuori ruolo e la recitazione non sempre all’altezza della situazione. Comunque, con quasi 2 milioni e 300 telespettatori, Doppio gioco ha vinto la prima serata di martedì. © riproduzione riservata
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