Invito alla santità
Il 30 agosto 1954 moriva il cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano. Pochi giorni prima era andato nel seminario di Venegono Inferiore per concedere un po’ di riposo al suo cuore malandato anche a causa dello zelo pastorale profuso in 25 anni di episcopato che lo avevano visto testimone coraggioso del Vangelo in un’epoca tormentata. I seminaristi che si erano raccolti sotto il balcone dell’appartamento arcivescovile lo chiamarono per chiedergli un saluto. Le parole che disse a quei giovani settant’anni fa dicono cosa può essere donato agli uomini del nostro tempo: «Voi desiderate un ricordo da me. Altro ricordo non ho da darvi che un invito alla santità. La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione; ma di fronte alla santità, ancora crede, ancora si inginocchia e prega. La gente pare che viva ignara delle realtà soprannaturali, indifferente ai problemi della salvezza. Ma se un santo autentico, o vivo o morto, passa, tutti accorrono al suo passaggio. Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi e dei nostri cinematografi: ha paura, invece, della nostra santità». Pochi giorni dopo, la sua salma veniva accompagnata da un lungo corteo nel percorso da Venegono a Milano. Quando passa un testimone di santità, molti accorrono al suo passaggio. © riproduzione riservata
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