Il canto degli orfani
Canzoni di pace per combattere la violenza, quella violenza che diciotto anni fa le ha portato via il marito lasciandola con quattro figli da crescere. Lea Akoury è la vedova di un ufficiale dell’esercito libanese morto durante un’operazione contro il terrorismo in un campo profughi. La fede e la passione per la musica l’hanno sostenuta nel dolore e hanno generato un’esperienza profetica che ha varcato i confini del suo Paese arrivando anche in Europa. Dopo la perdita del marito ha fondato l’associazione Martire Tenente Colonnello Sobhi Akoury, che riunisce orfani figli di militari libanesi caduti, con l’obiettivo di diffondere un messaggio di riconciliazione. Cominciata con ottanta ragazzi, l’esperienza è cresciuta grazie al sostegno della missione Unifil (la forza di interposizione delle Nazioni Unite) e oggi è una realtà che unisce giovani di diverse fedi religiose che cantano in arabo, italiano, francese, inglese e spagnolo. «Sono nata in un villaggio cristiano circondato da villaggi musulmani - racconta Lea -. Da mio marito ho imparato che ciò che conta è la persona, non la sua appartenenza a un gruppo. Il canto è un modo di diffondere una cultura di pace partendo dalle giovani generazioni: i nostri ragazzi raccontano attraverso la musica la loro vita e il sacrificio dei padri». © riproduzione riservata
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