Le “fake news” colpiscono anche il Fondo Clero
Anche la previdenza dei ministri di culto è costellata da false notizie sui contributi e sulle pensioni gestite nell’Inps dal Fondo Clero. Fake news che attraversano indisturbate il mare del web, dando agli ignari navigatori (ecclesiastici e non) informazioni errate, incomplete, di recente o di antica data e fuori tempo. Tra quelle decisamente errate, riportato in molti siti di Internet, spicca il “divieto di ricongiungere contributi del Fondo Clero con altre contribuzioni”, così stabilito dall’art. 5 della legge del Fondo del 1973. Nel sistema previdenziale le ricongiunzioni di contributi sono state però introdotte da una legge del 1979 (n.29). Quindi la legge del 1973 del Fondo non poteva prevedere quello che sarebbe avvenuto sei anni dopo. In realtà il divieto di cui si tratta è stato rivolto agli iscritti del neonato Fondo Clero che furbescamente intendevano accelerare il diritto alla pensione vantando il possesso di un singolo periodo ma con doppi contributi (es. clero e insegnamento della religione). La ricongiunzione per i sacerdoti è stata confermata anche dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 2757/2006). Più attuale, e anche di maggior rilievo, è la disinformazione non solo su internet ma anche presso enti di patronato (e perfino uffici Inps), che non riportano il diritto del clero al cumulo gratuito di qualsiasi tipo di contribuzione (legge 232/2016). Questo diritto spetta anche ai liberi professionisti, ha quindi carattere universale e non può essere escluso il clero (pena l’incostituzionalità). È confermato dal Servizio Studi della Camera dei Deputati (focus 2019 “Riforma previdenziale ed età pensionabile”). Non ultima, l’esclusione dal Fondo Clero dei rabbini, vice rabbini e funzionari del culto ebraico. Essendo già assicurati all’ex Inpdap ben prima del Fondo Clero, la legge 101 del 1989 (Intesa Stato – Unione delle Comunità Ebraiche) ha riconosciuto la loro facoltà di iscriversi al Fondo. Una facoltà estesa ai “funzionari del culto”, figure che con tutta evidenza non sono ministri ordinati. Una importante svolta che da un lato ha aperto la strada all’ingresso anche dei laici nel Fondo Clero, dall’altro ha dato motivo ad alcune confessioni religiose di sottrarsi all’obbligo assicurativo nel Fondo in ossequio ad una pari “facoltà” di iscrizione e non per un “obbligo” esplicito. © riproduzione riservata
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