Fondo clero: dati invariati nel bilancio approvato

Previdenza e clero
June 16, 2025
È un bilancio di routine quello approvato giovedì scorso dal Comitato di Vigilanza del Fondo Clero a chiusura del 2024. I dati raccolti dall’Inps proseguono di fatto invariati, anche nella loro criticità, ma lo stesso Comitato ha suggerito di procedere quanto prima a una loro più attenta valutazione. Tra le varie poste contabili, una voce particolarmente significativa nei bilanci degli anni 1990 - 2015, è stata quella degli interessi passivi sostenuti dal Fondo Clero sui prestiti ricevuti dalle gestioni attive dell’Inps, necessari per il pareggio del proprio bilancio. Benché l’Istituto di previdenza non sia un ente di credito e con scopi di lucro, il saggio di interesse imposto al Fondo Clero è stato riferito al mercato corrente dei titoli pubblici. Di conseguenza il tasso debitorio (“jugulatorio” negli atti del Comitato del Fondo) ha superato costantemente fin oltre il 60% le stesse entrate contributive. A partire dal 2018 la legge 205/2017 ha poi vietato l’applicazione di interessi oltre il tasso legale. Tuttavia Il peso storico di quelle passività, ora in corso di quantificazione, è tuttora presente nello stato patrimoniale del Fondo e induce, con altri analoghi elementi, ad una distorta visione dei bilanci. La gestione dei ministri di culto presenta infatti regole particolari in quanto l’iscrizione al Fondo è compatibile con tutte le altre assicurazioni obbligatorie. Nel complesso della gestione 2024, spicca ora la riduzione del numero dei pensionati in carico al Fondo (10.585), il 3,6% in meno sul 2023. Il fenomeno è da addebitare ai pensionamenti di vecchiaia aggravati dall’interpretazione dell’Inps che pretende il requisito dell’età a 69 anni, e non rispetta i 68 anni secondo le regole proprie del Fondo. L’uno e l’altro sono ben oltre la speranza di vita applicata alla previdenza in generale. Praticamente inesistenti le pensioni di invalidità, benché l’invecchiamento progressivo del clero induce a ipotizzare una scarsa conoscenza dei propri diritti. Appare invece arrestata l’emorragia delle nuove iscrizioni, essendo stabilizzato ormai da diversi anni il numero degli assicurati, ora a quota 17.730, lo 0,74% in più sul 2023. Conseguenza di questi aspetti è il rapporto tra iscritti e pensionati, un dato in crescita salito da 1,62 a 1,67. A sua volta anche il rapporto tra il contributo e le prestazioni aumenta da 0,37 a 0,41.

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