Una gioia che merita condividere: tutti dicono del (buon) samaritano
domenica 12 aprile 2015
Forse a causa della Pasqua, che è tempo liturgico forte, forse per l'attesa della bolla d'indizione del Giubileo, l'opinione pubblica ecclesiale pare aver rallentato, negli scorsi giorni, l'intensità della propria attenzione e delle proprie discussioni, che comunque rimangono stabilmente attratte, oltre che dall'attività di papa Francesco, dai luoghi in cui la religione incrocia, da un lato, la guerra e la violenza, e dall'altro l'etica, la scienza e la vita personale.Proprio in quest'ultimo ambito, così spesso problematico nelle coscienze credenti, registro con emozione l'improvvisa popolarità ottenuta da una parola del Vangelo, di quelle a me più care. Mi riferisco alla qualifica di «samaritano» data al donatore vivo di un organo da trapiantare che non ha nessun rapporto, di parentela o anche solo di conoscenza, col malato ricevente, ma che si rende gratuitamente e anonimamente disponibile a tale gesto. Se ne parla a motivo del primo caso italiano di questo genere di trapianto, da che in Italia una legge lo consente. Dice bene Diego Andreatta su "ChiCercate" (tinyurl.com/ohfe6u4 ): «L'uso laico di questo ricorso evangelico al buon samaritano» esprime «meglio di ogni altra figura il valore di un gesto consapevole, impegnativo, destinato ad alimentare speranza di vita nuova». Mentre Annamaria Testa, regina della creatività, sul suo blog "Nuovo e Utile" (tinyurl.com/omfauw9 ) sottolinea, con risonanza evangelica implicita, quanto servano le «buone notizie» come questa.Una rapida ricerca digitale mi dice che la scelta del termine è avvenuta, a suo tempo, in area anglofona, e che sempre in quell'area si è mantenuto pure l'aggettivo «buono»: e con giusta ragione, direi. Ma anche da solo, «samaritano» è subito evocativo della parabola che dovrebbe stare tra i riferimenti costanti della vita cristiana. Che oggi serva a indicare, in un contesto del tutto laico, un dono di sé così tangibile e così gratuito, mi dà una grande gioia. Che voglio condividere.
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