Un riordino delle regole per contribuire al rilancio della zootecnia
domenica 21 gennaio 2018
La zootecnia italiana presto potrebbe avere nuovi e più efficaci strumenti per il suo rilancio, prima tecnico e poi economico. Il governo ha approvato uno schema di decreto legislativo per la riorganizzazione dei servizi dedicati al comparto con una attenzione particolare alla riproduzione animale. Non si tratta di una questione semplicemente tecnica ma di ben di più. È dall'assistenza tecnica e sanitaria, oltre che dai controlli severi, che passa buona parte del successo dell'agroalimentare nazionale e delle produzioni zootecniche (carni e latte), in particolare.
Quanto sia necessario porre attenzione alla zootecnica lo si capisce da un numero. Questo comparto, secondo le indicazioni del Crea (il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria), vale qualcosa come 16 miliardi di euro, pari a oltre un terzo del totale della produzione agricola. Un numero importante, che tuttavia non deve nascondere una situazione delicata. Lo stesso Crea (che fa capo al ministero per le Politiche agricole e che riaccoglie alcune delle migliori competenze di ricerca del settore), spiega come «gli allevamenti siano diffusi su tutto il territorio nazionale» ma che «oltre i due terzi dei capi si trovano in quattro regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna». Una situazione che pone «indubbi vantaggi derivanti dal consolidamento delle relazione commerciali, dall'adattamento delle infrastrutture e della logistica, dallo sviluppo sui territori delle competenze professionali», ma che genera problemi «sul piano della sostenibilità ambientale, nonché, in considerazione delle tendenze negative che emergono nella redditività, un fattore di vulnerabilità dell'economie locali». Insomma, la zootecnia genera qualità ma non abbastanza valore per chi ci lavora.
Serve di più, anche dal punto di vista tecnico. Da qui, appunto, il decreto legislativo del Governo. È per questo che dentro il testo del provvedimento sono toccati un po' tutti gli elementi tecnici che servono: il riconoscimento degli "Enti selezionatori" come le strutture in grado di seguire i programmi di miglioramento, il principio dell'importanza della presenza e del ruolo dei cosiddetti libri genealogici e dei registri anagrafici degli animali, il riordino del sistema di raccolta e gestione dei dati in allevamento, la costituzione di una Banca Dati Unica Zootecnica a livello nazionale, la costituzione di un Comitato nazionale zootecnico (Cnz), con compiti di regolazione, standardizzazione e di indirizzo.
Tutto bene, quindi, almeno nelle premesse di legge. A patto che non cresca la burocrazia e che quanto promesso si faccia.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: