Un fatto digitale diventa notizia: perché non parlarne, perché sì
domenica 22 novembre 2020
Dall'account Instagram di papa Francesco è partito qualche giorno fa un like verso l'immagine del «corpo di una donna» (per citare, nel suo decennale, il celeberrimo documentario di Lorella Zanardo). Di tutti i fatti che diventano notizie solo perché legano insieme la Chiesa e una delle tre "esse" (sesso, soldi, sangue) che garantiscono più audience, questo è certamente il più inverosimile. È comunque impossibile dar credito a una responsabilità diretta del Papa in quanto accaduto. Per non partecipare dell'ambiguità che inevitabilmente accompagna la circolazione di notizie di questo genere, avevo pensato di non parlarne qui; così non aggiungerò alcun dettaglio o link. Ma ci sono due aspetti di questo piccolissimo “caso” che meritano comunque di essere sottolineati. Il primo è che il fatto, poiché si è verificato una volta, potrebbe ripetersi, e in forma più verosimile. Così ben si comprende la necessità, da parte del Dicastero vaticano per la Comunicazione, di risalire con un'inchiesta interna ai fattori, umani o tecnici che siano, che lo hanno reso possibile. Il secondo aspetto riguarda, nientemeno, la Chiesa in uscita. Che una figura come il Papa abbia un account ufficiale Instagram, cioè comunichi anche attraverso questo modernissimo canale digitale, serve ad allargare i modi e la testimonianza del suo farsi prossimo. Che egli lo utilizzi in forma esclusivamente istituzionale (cioè: non è papa Francesco a interagire sui social, ma qualcuno che egli ha incaricato e autorizzato a farlo, secondo modalità definite) serve a circoscrivere i problemi che le forme meno istituzionali di comunicazione del Papa, come le interviste o i colloqui telefonici, talvolta generano. Che malgrado questa prudenza si verifichi qualche incidente, specie quando si frequentano strade così tortuose e inesplorate come quelle digitali, è un rischio che il Papa stesso, sin dall'inizio del pontificato, ha raccomandato di correre: a tutti i fedeli e soprattutto a chi nella Chiesa riveste maggiori responsabilità.
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