Un editore di fumetti cattolici esce dai social con parole severe
mercoledì 21 giugno 2023
Capita che qualcuno decida di “uscire” dai social network o anche dalla Rete tout-court, sia che si tratti di privati sia che si tratti di soggetti con una certa rilevanza pubblica. Anche nell’infosfera ecclesiale: il caso più significativo, direi, è finora quello di don Mauro Leonardi e del suo blog “Come Gesù”, congedatisi da (quasi) ogni attività digitale nella primavera del 2022. In genere le motivazioni, esplicite o implicite, attengono alla fatica di tenere il passo con un’esposizione mediatica così pronunciata, non volendo farne un lavoro come in effetti è per influencer e youtuber di fama. Diverso il caso di Voyage Comics & Publishing, casa editrice di fumetti con base nel Wisconsin dedita a creare un intrattenimento «informato dai valori cattolici, che ispiri le persone a vivere una vita eroica», i cui prodotti promuovono «la verità, la bellezza e la bontà che si trovano nelle storie forti» (bit.ly/42Xp2n6). Fondata nel 2018 da Philip Kosloski, che è anche collaboratore stabile di “Aleteia”, Voyage è ancora piccola: nel suo catalogo, divisi tra “fantasy”, “saints” e “superheroes”, figurano una dozzina di album i cui protagonisti sono personaggi d’invenzione come Finnian e Phantom Phoenix e cristiani realmente vissuti come Rose Hawthorne, Carlo Acutis, Giovanna d’Arco, Joe Walijewski e Patrick Peyton. Anche la sua presenza sui social era caratterizzata da numeri oggettivamente bassi: meno di 2mila follower su Facebook e Instagram, 5mila visualizzazioni totali per i pochi video caricati. Ma le motivazioni del congedo vanno al di là dei numeri: i social media non sono «il nuovo areopago», dice l’editore Kosloski intervistato sulla stessa “Aleteia” da Theresa Civantos Baber (bit.ly/42O9mCq), ma un «Colosseo digitale». Un ambiente «malsano, sia mentalmente sia spiritualmente», dove «i nostri messaggi positivi andavano sempre più persi». Convinto che il marketing aziendale non ne patirà, Kosloski non nega le difficoltà della decisione, «presa dopo molte ricerche e preghiere», né pretende che essa sia valida per tutti: «Alcuni potrebbero sentirsi chiamati a rimanere sui social media e cercare di essere una luce in mezzo alle tenebre». Ma per lui e per la sua azienda la presa di distanza dai social media è davvero radicale: «Non è più uno strumento neutro da usare per il bene». © riproduzione riservata
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