Un'azzeccata serie sulla Corea del Nord
venerdì 23 novembre 2018
Da ieri sera alle 20,55 National Geographic ci porta per la seconda stagione su Marte con l'omonima serie tra fiction e realtà prodotta da Ron Haward e Brian Grazer. In queste nuove puntate si immagina la vita sul pianeta rosso. Ma subito dopo (alle 21,55), l'emittente sul 403 di Sky ci riporta sulla terra per raccontarci la storia molto terrena dell'unica dinastia comunista al mondo che pretende pure di essere divina, quella dei Kim nella Corea del Nord. Si tratta di quattro episodi (Il regno dei Kim, Figlio divino, Progetto nucleare e L'ascesa di Kim Jong Un) riuniti sotto al titolo generale di Nord Corea: la dinastia Kim, in onda il giovedì dal 15 novembre. «Questa serie - avverte la didascalia iniziale - è basata su analisi di esperti, rare testimonianze personali e l'accesso a materiale d'archivio inedito». Ed è proprio quest'ultimo, da un punto di vista televisivo, a fare la differenza. Pur essendo interessante di per sé la storia della triade (padre, figlio e nipote) di cui in genere non si sa molto. Eppure da settant'anni i Kim sono i dittatori di quella che impropriamente si chiama Repubblica democratica popolare di Corea e che sfidano il mondo con le proprie testate nucleari. In molti, di recente, hanno sentito parlare di Kim Jong Un, salito al potere a soli 28 anni, nel 2011, che non ha esitato a fare uccidere lo zio e il fratellastro per consolidare la sua posizione e ad aprire un contenzioso con gli Stati Uniti minacciandoli con i propri missili, fino allo storico vertice di quest'anno con il presidente Trump. Ma per comprendere veramente chi sia Kim Jong Un e qual è il suo ruolo bisogna andare indietro nel tempo, quando prima suo nonno e poi suo padre salirono al potere. E questo è quello che fa il documentario di National Geographic proponendo tante di quelle immagini di cui dicevamo. Un esempio per tutti: il filmato dei due soldati americani uccisi in occasione di quello che viene definito «L'incidente della potatura del pioppo». Siamo nel 1976, nella zona che divide le due Coree. Nel mezzo un pioppo rigoglioso che impedisce alle parti di spiarsi. Da qui la decisione degli americani di abbatterlo ignorando che l'abbia piantato Kim Il Sung in persona (il padre di Kim Jong Un). Dall'altra parte una reazione che ha rischiato, per un albero, di scatenare un'altra guerra.
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