
Sono saliti a nove in Tanzania i morti per il virus Marburg, che porta il nome dell’omonima città tedesca dove fece la sua prima apparizione nel 1967, quando fu causa di tre simultanei focolai. Arrivata in Europa con l’importazione di scimmie dall’Uganda, è una febbre emorragica molto simile a ebola e dà pochissime probabilità di sopravvivenza alle persone colpite (se il paziente non viene isolato per tempo). Lunedì la Tanzania ha confermato la seconda epidemia del virus della sua storia dopo quella del 2023. L’Oms ha isolato le zone in cui il male si è sviluppato, ma l’epidemia non è sotto controllo.
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