“The last of us”, vite sotto effetti speciali
mercoledì 18 gennaio 2023
Una volta vissuta la pandemia, sappiamo per certo che un virus può davvero contagiare il mondo intero. Fino a tre anni fa era fantascienza, adesso è realtà. Sarà anche per questo che l’attesa serie tv The last of us (letteralmente L’ultimo di noi), che ha preso il via lunedì su Sky Atlantic e in streaming su Now con la versione originale in lingua inglese, inizia con un dibattito televisivo nel 1968 in cui uno scienziato ipotizza «un fungo che potrebbe inserirsi nel nostro cervello». Detto fatto, anche se non proprio nell’immediato, bensì nel 2003, quando un virus misterioso trasforma le persone in zombi. Tempo altri vent’anni e la civiltà moderna è distrutta. È così che nel 2023, Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere. Una situazione post-apocalittica, dunque, come se ne vedono in cinema e in televisione, se non fosse che questa è tratta da un videogioco sviluppato per le piattaforme PlayStation. Ma anche questa non sarebbe una novità, perché i due universi, quello dell’audiovisivo e quello dei videogame, da tempo si contagiano (è proprio il caso di dirlo). Nella maggior parte dei casi, però, finiscono per assomigliarsi dal punto di vista degli effetti speciali, della spettacolarità dell’azione. Sempre più film sembrano appunto videogiochi. Qui, stando almeno al primo episodio (che lunedì sarà proposto anche nella versione doppiata), sembra che la serie abbia ripreso soprattutto la storia e non tanto il modo di rappresentarla. E questa potrebbe essere la novità. © riproduzione riservata
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