Su Raiplay, i "lavorøi" di Montemagno
mercoledì 24 giugno 2020
Da oggi sono disponibili su RaiPlay le 8 puntate di Che lavorøi farai da grande?. Si tratta di un prodotto originale che, insieme a Web Side Story – Quando la Rete fa la Storia, avvia la programmazione di contenuti realizzati da Rai Inclusione Digitale, struttura del servizio pubblico dedicata alla divulgazione della cultura digitale e dell’innovazione. Un’offerta che nei prossimi mesi sarà ampliata e coinvolgerà, oltre alla piattaforma on line, anche canali tradizionali come Rai Cultura, Rai Scuola, Rai Storia e all’estero Rai Italia. Che lavorøi farai da grande?, rigorosamente con la o tagliata, racconta come sono cambiate, stanno cambiando e cambieranno alcune professioni tradizionali, dal medico all’agricoltore, ma anche le trasformazioni prodotte da internet nel settore del commercio o del turismo e soprattutto della musica, che in questo anticipa le rivoluzioni che avverranno negli altri campi. A metterci faccia, competenza e forza comunicativa come autore e conduttore è Marco Montemagno, quarantottenne milanese che vive a Brighton in Inghilterra, divulgatore e imprenditore digitale seriale con un seguito di quasi 3 milioni di followers sui social, soprannominato Monty e considerato un guru del web. Il suo pregio, televisivamente parlando, è di rendere comprensibili i concetti complicati attraverso un linguaggio accessibile compreso l’uso di vezzeggiativi, un’espressione simpatica e una parlata che non rinnega l’origine lombarda. In più, nonostante l’apparente semplicità di video da una manciata di minuti che ricordano quelli dei social, si nota la mano sapiente di un regista che qui risponde al nome di Cristiano Leuti. Ne derivano pillole di saggezza in cui vengono presentati i pro e i contro dei cambiamenti epocali che riguardano un mondo del lavoro in piena rivoluzione digitale, tra automazione, intelligenza artificiale e mestieri che ancora non esistono, un mercato di massa diventato una massa di mercati. E se Montemagno, vista la professione, propendesse per le opportunità, sono gli esperti intervistati a fare le valutazioni. In ogni caso il conduttore riporta tutto alla centralità della persona: «Quello che conta è la nostra capacità di pensare e di restare umani».
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